L’inflazione Usa stoppa il rally delle Borse. Milano tiene (+0,26%), balza il gas
(Il Sole 24 Ore Radiocor ) – L’inflazione Usa superiore delle attese ha stoppato il rally delle Borse europee che chiudono ordine sparso. L’andamento dei principali indici ha perso slancio rispetto alla mattinata, con il Ftse Mib che ha tenuto sul finale e ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,26%, con Londra +0,32% e Amsterdam +0,51%, quando a Parigi il Cac40 ha perso lo 0,37%, Francoforte -0,23% in linea con Madrid. Viaggiano contrastati anche gli indici a Wall Street, con solo il Nasdaq che resiste in terreno positivo. Le preoccupazioni degli investitori sono rivolte ancora alla politica monetaria della Fed dopo i verbali dell’ultima riunione, pubblicati alla vigilia, secondo cui risulterebbe «appropriato» un nuovo rialzo dei tassi d’interesse, quando a settembre l’istituto aveva optato per un secondo stop nella battaglia all’inflazione, mantenendo invariato il costo del denaro al livello più alto dal 2001, sebbene il futuro dell’economia resti «altamente incerto». Oggi è stata la volta della Bce: dai verbali dell’ultima riunione dello scorso 13 e 14 settembre emerge che «i rischi per la crescita sono orientati al ribasso», mentre si segnalano «ancora rischi di aumenti dell’inflazione a causa di potenziali nuove pressioni al rialzo sui costi dell’energia e dei generi alimentari». In un contesto in cui persistono le preoccupazioni legate al conflitto israelo-palestinese sullo sfondo.
Superiore alle previsioni l’inflazione Usa a settembre
A settembre, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati mensilmente più delle attese, così come è stato sopra il consensus il dato annuale, che si è confermato ai massimi degli ultimi 14 mesi. Lo scorso mese, i prezzi sono cresciuti dello 0,4% rispetto ad agosto, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro, contro attese per un rialzo dello 0,3%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, in linea con le previsioni. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +3,7%, contro attese per un +3,6%, dopo il +3,7% registrato anche ad agosto. Il dato “core” ha registrato un +4,1%, in linea con le attese, dopo il +4,3% di agosto. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono rimaste invariate a 209.000 unità (seasonally adjusted), secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro; le attese erano per un dato a 210.000.
A Piazza Affari bene Leonardo ed Erg, in rosso Moncler
A Milano, Leonardo (+2,58%) ha chiuso in testa al segmento principale, seguita Azimut e Amplifon che guadagnano entrambe l’1,84 per cento. Guardando al comparto energia, Erg ha messo a segno un progresso dell’1,67%, quando tra i petroliferi si è distinta Eni (+1,39%), seguita da Saipem (+0,6%) e Tenaris (+0,56%) . Ha chiuso in negativo Banca Mps (-1,19%), che alla vigilia aveva beneficiato della sentenza della Cassazione che ha confermato le assoluzioni nel caso Vigni-Mussari.Fanalino di coda del Ftse Mib, Moncler che ha perso l’1,97%, con Iveco Group in calo dell’1,21 per cento.
Euro in calo sotto 1,06 dollari, gas in progresso di oltre il 10%
Sul mercato valutario, l’euro perde terreno sul dollaro scendendo sotto la soglia di 1,06 da 1,063 in avvio (1,0608 ieri in chiusura): il cambio si attesta a 1,055. Gira in positivo il petrolio, dopo i ribassi precedenti, con il contratto sul Brent consegna Dicembre a 86,7 dollari al barile (+1,04%) e quello sul Wti scadenza Novembre a 84,19 dollari (+0,9%), mentre balza il prezzo del gas ad Amsterdam a 52,88 euro al megawattora in rialzo dell’14,78 per cento.
Spread chiude in rialzo a 196 punti, rendimento al 4,75%
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine contrattazioni il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari durata tedesco si è attestato a 196 punti base, quattro in più rispetto al riferimento della vigilia. Rialzo più netto per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 4,75% rispetto al 4,66% del precedente closing.
Fonte: Il Sole 24 Ore