“L’influenza? Fa meno male del previsto, anziani in tempo per vaccinarsi. Attenti sull’aviaria”
Sono circa 6 milioni gli italiani che finora sono finiti a letto per colpa dell’influenza e si parla del possibile picco da qui a fine gennaio. Ma l’epidemiologo del Campus Biomedico di Roma Massimo Ciccozzi non vuole fare facili allarmismi e anzi spiega come, nonostante i timori sull’australiana che nell’altro emisfero ha lasciato il segno, i dati raccontino di una stagione influenzale con un impatto finora molto minore rispetto a quella da record dell’anno scorso: “No, l’influenza non sta colpendo duramente come si temeva all’inizio della stagione. Anzi se andiamo a vedere le curve dell’incidenza cioè del numero dei contagiati ogni 1000 persone è almeno sette volte più bassa dell’anno scorso”.
Dall’influenza al Covid: ecco come proteggersi
Ciccozzi che è docente di epidemiologia al Campus Biomedico di Roma sottolinea poi come ormai sia difficile riconoscere l’influenza dal Covid, a meno che non si faccia un tampone: “Impossibile distinguerli perché i sintomi sono molto simili”. In particolare quest’anno sono più ricorrenti “la febbre che può essere più o meno alta in base a chi è stato colpito e al suo sistema immunitario e poi tosse, dispnea e mialgie varie e a volte dei mal di testa molto importanti. Ma tutto tutto passa al massimo nell’arco di una settimana”, aggiunge Ciccozzi. Che preferisce non fare previsioni su quando ci sarà il picco (”Non sono Harry Potter!”) e soprattutto ci tiene a ricordare come ci si può sempre proteggere con il vaccino sia per l’influenza che per il Covid: “Anche dopo il picco i contagi continueranno e chi è over 65 o è fragile fa sempre in tempo a proteggersi”. Mentre per quanto riguarda le cure si tratta di ricorrere a terapie note come “antipiretici e antinfiammatori, vietatissimi invece gli antibiotici a meno che non decida il medico che c’è una sovrapposizione batterica”.
“Il Metapneumovirus lo conosciamo già, attenzione sull’aviaria”
L’epidemiologo del Campus Biomedico frena poi anche sugli allarmismi sul Metapneumovirus umano che sta circolando in Cina: “Non è nuovo, lo conosciamo benissimo dal 2001 e lo monitoriamo dal 2016. E’ un normale virus che può dare qualche fastidio nei bambini e nelle persone anziane, come polmoniti e bronchioliti”. Ma allo stesso tempo conferma invece la necessità di tenere alta l’attenzione sul virus dell’aviaria che ha fatto anche una prima vittima recentemente: “E’ presente nel sistema avicolo e poi ha fatto un salto di specie passando dagli uccelli ai mammiferi e noi siamo mammiferi. La cosa importante è che finora non c’è stato un contagio da uomo a uomo, cosa che se accadesse sarebbe molto pericolosa. L’H5N1 è un virus che muta molto, molto spesso e molto rapidamente e ha un tasso di letalità intorno al 33%, il che significa che ogni 100 contagi si sono 33 vittime. Per questo dobbiamo monitorarla molto attentamente”.
Fonte: Il Sole 24 Ore