Lista Paesi sicuri del Governo, al giudice la verifica per il migrante
Spetta certo al Governo la determinazione della lista dei Paesi sicuri, ma il giudice può e deve intervenire nel singolo caso valutando eventualmente la scelta del ministero degli Esteri come irragionevole oppure non aggiornata, respingendo quindi la convalida del trattenimento del migrante.
La decisione del 19 dicembre
Il 30 dicembre 2024 la Cassazione, con l’ordinanza n. 34898, è tornata a pronunciarsi sul tema della procedura di rimpatrio dei migranti, chiamata questa volta in causa dal ricorso del Governo contro le prime mancate convalide dei trattenimenti nei centri di Albania decise dai giudici del tribunale di Roma. Solo pochi giorni fa, il 19 dicembre, era già intervenuta sul punto, questa volta su rinvio pregiudiziale chiesto dal tribunale della Capitale. In quell’occasione, la Corte aveva aperto alla disapplicazione del decreto ministeriale sui Paesi sicuri quando la presunzione di sicurezza contrasta con i diversi criteri di qualificazione definiti dalla disciplina comunitaria.
L’ordinanza ha natura interlocutoria e ha sospeso il giudizio in attesa della pronuncia, attesa per il 25 febbraio, della Corte di giustizia europea chiamata in causa sia da giudici italiani sia da quelli tedeschi per dirimere punti essenziali e critici nell’applicazione della disciplina comunitaria in materia, in particolare sulla legittimità della coesistenza tra la definizione di Paese sicuro e la presenza di esclusioni personali per alcune categorie a rischio.
Le indicazioni della Cassazione
Tuttavia la Cassazione, affermando la volontà di dialogo con altre giurisdizioni, propone la sua interpretazione. Con due premesse, la prima è sulla irretroattività della recente collocazione della lista Paesi sicuri non più in un decreto ministeriale, ma in una norma di rango primario (aspetto che però sul piano sostanziale non appare decisivo), la seconda è sulla lettura della sentenza della Corte Ue del 4 ottobre scorso che ha rinfocolato le polemiche tra Esecutivo e magistratura.
Su quest’ultimo punto la Cassazione osserva che i giudici europei hanno concluso per un giudizio di insicurezza per quei Paesi dove porzioni del territorio nazionale sono estranee al controllo dello Stato; ma «non sembra possibile applicare la decisione della Corte di giustizia in modo automatico ed estensivo ai paesi designati sicuri con eccezioni di categorie di persone». Ed è proprio su questo aspetto che ora è atteso un nuovo intervento dei giudici europei.
Fonte: Il Sole 24 Ore