Liste d’attesa: arriva la piattaforma, così il cittadino si informerà sui tempi per le cure

Liste d’attesa: arriva la piattaforma, così il cittadino si informerà sui tempi per le cure

La piattaforma nazionale sulle liste d’attesa scalda i motori. Il nuovo strumento per monitorare le code per curarsi, il nemico numero uno di tanti pazienti, voluto dal decreto approvato la scorsa estate dal Governo è infatti in rampa di lancio con l’approvazione delle linee guida attese in Stato Regioni per il via libera il 18 dicembre: la sua messa a regime è prevista entro il prossimo febbraio. Il decreto attuativo sottolinea tra le altre cose come “cittadini e associazioni potranno accedere in maniera trasparente a dati in tempo reale sul monitoraggio e verificare gli indicatori predisposti per i tempi di attesa”. La piattaforma che sarà gestita da Agenas in un futuro oltre a dare i tempi medici consentirà di verificare la prima disponibilità della prestazione di cui si ha bisogno.

A cosa servirà la nuova Piattaforma nazionale

La piattaforma nazionale Liste d’attesa è una delle misure più attese del decreto entrato in vigore lo scorso agosto e che un po’ lentamente sta prendendo forma con i provvedimenti attuativi. Tra questi le linee guida che definiscono i criteri di realizzazione e di funzionamento della Piattaforma a cui dovranno agganciarsi le Piattaforme regionali. Ma cosa sarà monitorato? Innanzitutto ci sarà la “misurazione delle prestazioni in lista di attesa su tutto il territorio nazionale”, poi finirà sotto la lente la “disponibilità di agende” sia in regime di Servizio sanitario che di libera professione intramoenia (nelle agende ci saranno anche le disponibilità del privato accreditato). Nella Piattaforma saranno poi indicati i tempi di attesa in relazione alle classi di priorità, ma anche la nuova offerta della Sanità territoriale prevista dal Pnrr come le Case di comunità e infine l’“appropriatezza e rispetto dei criteri Rao (Raggruppamenti di Attesa Omogenei)”.

Il cittadino potrà conoscere i tempi di attesa delle cure

Con la nuova Piattaforma per il cittadino arriva finalmente la possibilità di conoscere bene nel dettaglio i tempi di attesa delle prestazioni nella propria Asl e nella Regione di appartenenza. Sarà infatti realizzato un cruscotto sul web dove il cittadino potrà interrogare la Piattaforma e conoscere i tempi medi – in base ai dati aggregati che arrivano dai flussi regionali – che si devono attendere per fare a esempio una ecografia, una Tac o una visita cardiologica in base alle classi di priorità stabilite sull’urgenza delle prestazioni. In un secondo momento quando la Piattaforma sarà operativa e ben avviata l’intenzione dell’Agenas è quella di consentire al cittadino inserendo il codice della propria ricetta elettronica di poter verificare la prima disponibilità nella propria Asl di appartenenza: in pratica si conoscerà la data in cui si può ottenere la prestazione di cui si ha bisogno. Ma non si potrà comunque prenotare nella Piattaforma, perché questo passaggio andrà sempre fatto attraverso il Cup, il centro unico di prenotazioni che ora diventerà centralizzato a livello regionale.

L’obiettivo di fondo è migliorare il governo delle cure

La Piattaforma avrà una funzione fondamentale soprattutto per le direzioni sanitarie e per chi governa la Sanità regionale. Come spiegano le stesse linee guida attarverso lo sviluppo e l’implementazione della Piattaforma sarà possibile “concretizzare i seguenti benefici derivanti da un monitoraggio centralizzato e in tempo reale: Identificazione di aree di miglioramento al fine di garantire le cure necessarie in tempi adeguati ai pazienti. Miglioramento dell’allocazione delle risorse e dell’efficienza operativa, riducendo i tempi di inattività. Condivisione di informazioni chiare e aggiornate sui tempi di attesa, favorendo la trasparenza e la fiducia dei pazienti nei confronti del sistema sanitario. Incremento delle performance del servizio sanitario pubblico e maggiore copertura nell’ambito territoriale. Governare la modulazione dei tempi di attesa in relazione alle classi di priorità. Appropriatezza nell’accesso alle prestazioni”.

Fonte: Il Sole 24 Ore