Liste d’attesa: i fondi sono pochi, il decreto diventa un disegno di legge

Doveva essere il perfetto “spot” per il Governo a pochi giorni dal voto delle europee. Ma ora rischia di diventare un boomerang per la maggioranza a partire proprio dalla premier Giorgia Meloni che aveva annunciato per prima l’arrivo di un piano per abbattere l’emergenza numero uno della Sanità che convince 3 milioni di italiani a non curarsi: le liste d’attesa. Il promesso e annunciato (più volte anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci) decreto sulle liste d’attesa atteso in consiglio dei ministri martedì prossimo potrebbe infatti sgonfiarsi trasformandosi in un semplice disegno di legge.

Da decreto a disegno di legge: il nodo risorse

L’ipotesi di trasformare il decreto in un disegno di legge si fa sempre più concreta nelle ultime ore perché non si sarebbe sciolto il nodo più importante: quello delle coperture ferme sembra a circa 200-300 milioni quando ne servirebbero molti di più. Era stata la stessa Meloni a metterci la faccia: «Ci metteremo i soldi perché il tema è importante». Ma già dalle bozze circolate nei giorni scorsi – come anticipato dal Sole 24 ore – era emerso il problema: nel testo del decreto oltre a mancare proprio l’articolo con le coperture era evidente anche che diverse misure si sarebbero dovute finanziare attingendo al Fondo sanitario (le risorse cioè stanziate per la Sanità e già più che contate). A pesare su questa scelta anche lo stop del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di fronte alla pioggia di decreti legge presentati o in cantiere. Anche se nel caso delle liste d’attesa il motivo dell’urgenza sarebbe anche stato giustificato.

Le misure previste dal piano sulle liste d’attesa

La trasformazione in Ddl significherà innanzitutto tempi più lunghi in Parlamento e il rischio concreto che molte misure si annacquino. Tra gli interventi più importanti allo studio ci sono il superamento del tetto di spesa sulle assunzioni del personale e la possibilità di ricorrere di più alla sanità privata accreditata per garantire nei tempi previsti almeno il 90% delle prestazioni sanitarie prescritte ai cittadini. Ma anche l’aumento del tetto di spesa per acquistare le cure dai privati: oltre 1,3 miliardi in tre anni (246 milioni in più quest’anno, 492 milioni nel 2025 e oltre 600 milioni a regime dal 2026. Tra le misure per le quali trovare le coperture c’è anche quella di un sostanzioso sconto fiscale sugli straordinari destinati alle liste d’attesa di medici e infermieri.

Gemmato: «Interlocuzioni con il Mef per le coperture»

«Ci sono delle normali interlocuzioni in essere» con il Mef prima di promulgare un provvedimento. «È evidente che laddove ci sono degli impatti economici questi impatti vanno validati, però ripeto sono in interlocuzioni tecniche, non politiche che poi vedranno la validazione»: così il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. «Se ci sono delle interlocuzioni non è confermato», che il provvedimento arrivi sul tavolo del governo la prossima settimana ha quindi aggiunto senza soffermarsi sui costi stimati: «Non diamo i numeri, c’è un tema che è quello dell’abbattimento delle liste d’attesa e ci sono delle soluzioni che si mettono in campo. Gli strumenti possono essere quelli della decretazione che come sapete hanno cogenza immediata e quindi nell’arco di 60 giorni poi convertiti in legge, oppure il disegno di legge veloce» preparato dal Governo «che ha quindi una compartecipazione anche del Parlamento e magari una compensazione di quelle che sono eventuali criticità economiche ma anche politiche».

Fonte: Il Sole 24 Ore