L’Italia e i G7: ultimi per fondi alla Sanità, ma secondi per aspettativa di vita

Siamo secondi tra i sette grandi della Terra che fanno parte dell’esclusivo club del G7 per aspettativa di vita e mortalità evitabile solo dopo il Giappone, ma siamo ultimi sia per quanto investiamo complessivamente per curarci sia per quanto riguarda la spesa pubblica. Siamo poi di nuovo secondi per numero dei medici (dopo la Germania) sfatando almeno in parte il mito della carenza di camici bianchi (che in realtà vale per alcune specialità mediche) e confermando invece il vero problema dell’Italia e cioè il grave allarme sulla mancanza di infermieri che abbiamo meno di tutt.

Infine siamo ultimissimi per il livello degli stipendi del personale sanitario che è una delle ragioni principali della fuga di medici e infermieri dai nostri ospedali verso l’estero o il privato e su cui il Governo proverà di nuovo a correre ai ripari nella imminente manovra.

Il confronto in occasione del G7 Salute ad Ancona

E’ questo in estrema sintesi l’identikit della Sanità italiana alla vigilia dall’apertura del G7 Salute che l’Italia ospita ad Ancona dal 9 all’11 ottobre dove tra le altre cose si parlerà di prevenzione, antimicrobicoresistenza che rischia di essere la nuova pandemia e della sfida “One health” e cioè il fatto che la salute umana e quella animale sono sempre più legate. Una occasione che metterà in vetrina il nostro Servizio sanitario nazionale come ha ricordato anche il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Gli altri Paesi guardano con molta attenzione al nostro Ssn, che è un sistema universalistico che cura ogni giorno i cittadini italiani gratuitamente. E’ un bene di questo Paese che vogliamo assolutamente conservare e rafforzare”.

Le buone performance sulle condizioni di salute

Ma cosa dicono i dati fondamentali (Ocse ed Eurostat al 2022) che mettono a confronto sulla Sanità i sette Paesi (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Usa) che fanno parte del G7? A ben vedere gli italiani stanno abbastanza bene, ma è l’organizzazione del sistema e i fondi per farlo funzionare bene che perde colpi rispetto ai partner. L’Italia come noto è uno dei Paesi più vecchi al mondo, con la percentuale di over 65 del 23,8%, seconda solo al 28,9% del Giappone e con gli Stati Uniti ultimi in classifica con il 16,8 per cento. Altrettanto vale per la speranza di vita alla nascita, di 82,7 anni per l’Italia, superata solo ancora una volta dagli 84,5 anni del Giappone, mentre ultimi della classifica sono sempre gli Stati uniti dove la speranza di vita alla nascita è di 76,4 anni. Siamo secondi tra i G7 anche per la mortalità evitabile (morti per 100.000 abitanti) che nel nostro paese si ferma a 91 (va meglio solo il Giappone con 85), mentre il risultato peggiore è ancora una volta degli Stati Uniti che di morti, secondo i dati Ocse, ogni 100.000 abitanti potrebbero evitarne 238.

Italia dietro a tutti sulla spesa sanitaria

Fin qui il bicchiere mezzo pieno e cioè il fatto che gli italiani sono in buona salute anche grazie a buoni stili di vita e nonostante il bicchiere mezzo vuoto dica che l’italia ha un problema di spesa e investimenti per la sanità. Tra i big del mondo siamo il Paese con la minore incidenza della spesa sanitaria sul Pil: nel 2022 spendevamo solo il 9% con gli altre invece a due cifre come gli Usa addittura al 16,6%, la Germania al 12,6% e la Francia al 12,1 per cento. Soprattutto sulla spesa pubblica sanitaria (o attraverso schemi assicurativi) siamo lontani dagli altri: nel 2022 in Italia il Ssn ha speso il 6,8% sul Pil un dato in crescita per la coda della pandemia (nel 2023 è sceso al 6,2%) contro a esempio il 10,3% e il 10,9% di Francia e Germania. Non a caso invece siamo terzi (dietro Usa e Canada) per le spese sanitarie che si pagano i cittadini di tasca propria (2,2% del Pil).

Fonte: Il Sole 24 Ore