L’Italia torna in orbita: lanciato il razzo Vega C con il satellite Sentinel-1C
A quasi due anni e mezzo dall’ultima volta, Vega C è volato nello spazio. Quando in Italia erano le 22:20 di giovedì 5 dicembre, il vettore medio-leggero per la gran parte realizzato dall’italiana Avio si è staccato dalla rampa di lancio a Kourou, in Guyana Francese, e ha portato alla sua quota operativa, a circa 690 chilometri, Sentinel 1C, satellite della costellazione europea “Copernicus” per l’osservazione della Terra. Come previsto, alle 00:12 del 6 dicembre il centro di controllo dell’Agenzia spaziale europea (l’Esa), a Darmstadt, in Germania, ha acquisito il primo segnale del satellite. In gergo, significa che l’apparato funziona perfettamente e che tutto è andato per il verso giusto.
Un successo per l’industria Europea
La notizia è rilevante per molte ragioni: anzitutto per il successo del razzo di Avio, arrivato dopo uno stop protrattosi dal 22 dicembre 2022, quando, 151 secondi dopo il decollo, un’anomalia del motore Zefiro 40, il propulsore del secondo stadio, aveva causato l’interruzione della missione VV22 prima che oltrepassasse l’atmosfera.
Il failure aveva sancito l’incapacità europea di accesso autonomo allo spazio, assurta alle cronache come “crisi dei lanciatori” e completata dall’indisponibilità del lanciatore pesante Ariane 6 (della franco-tedesca ArianeGroup), decollato solo nel luglio scorso, in ritardo di quasi quattro anni rispetto ai piani originari. Una vulnerabilità grave per la sovranità dell’Unione Europea, culminata ad aprile 2024 nell’obbligo di affidarsi a SpaceX, azienda privata e statunitense, per il lancio dei satelliti strategici della costellazione “Galileo”, deputati al posizionamento e alla geolocalizzazione.
Vega C e l’autonomia Ue di accesso all’orbita
Adesso, sebbene il debutto di Ariane 6 sia andato bene solo in parte – al completamento della missione era mancata l’ultima accensione prevista -, Vega C promette di restituire quell’autonomia di accesso all’orbita considerata cruciale dall’Europa e dall’Esa. Un obbiettivo che tuttavia potrà dirsi definitivamente centrato solo quando i vettori europei dimostreranno piena affidabilità e continuità dei lanci. Non andrebbe sottovalutato, in quest’ottica, come il backlog di Avio sfoggi un numero record di “prenotazioni” e come, d’ora in poi, la commercializzazione dei suoi servizi sia responsabilità diretta dell’azienda di Colleferro, da poco svicolatasi dalla gestione della francese Arianespace (del gruppo ArianeGroup).
Evoluzione del precedente Vega – “C” sta per “Consolidation” -, il nuovo lanciatore di Avio è progettato per offrire una più alta capacità di carico e una maggiore efficienza nei costi. Alto quasi 35 metri e con una massa al lancio di 210 tonnellate, Vega C è infatti capace di portare fino a 2.200 chilogrammi in orbita terrestre bassa (contro i 1500 di Vega). È più flessibile e versatile del suo predecessore, avendo la possibilità di trasportare il 90% dei satelliti del mercato delle orbite più prossime al Pianeta, quelle fino a circa duemila chilometri di quota. Il primo Vega, una scommessa dello space in Italy nata non senza scetticismo e poi vinta grazie a un sistema diventato leader nel suo segmento commerciale, rispondeva al 50% del mercato.
Fonte: Il Sole 24 Ore