ll Ddl salvamare è legge. Basta rifiuti in acqua, premiati i pescatori che li recuperano
Ci sono voluti 4 anni di lavoro in parlamento, e una legge apposita, per eliminare una delle normative più dannose d’Italia. Da oggi, chi recupera rifiuti di plastica in mare o in acque dolci, non sarà più costretto a ributtarli in acqua, per non essere denunciato addirittura per traffico di illecito di rifiuti. Finalmente, potrà fare la cosa più logica, cioè portare i rifiuti in porto, per farli smaltire e riciclare. Il Senato ha approvato in definitiva la cosiddetta Legge Salvamare, presentata in parlamento nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S).
«Sono felicissimo, emozionato e commosso – ha commentato stamani l’ex ministro Costa su Facebook -: La perseveranza, la testardaggine, la voglia, la passione, con un pizzico di pazzia parlamentare, hanno trasformato un’idea in una legge che fa bene al mare e all’Italia».
Le incongruenze sanate
Il disegno di legge voleva porre rimedio a una assurdità degna del peggior groviglio legislativo italiano. I pescatori che recuperavano grandi quantità di rifiuti di plastica con le reti, il cosiddetto “marine litter”, non potevano poi portarli in porto per buttarli nei cassonetti. Il semplice trasporto di questa spazzatura era considerato niente di meno che un reato penale, traffico illecito di rifiuti. I pescatori quindi, per evitare una denuncia, finivano per ributtare in acqua la plastica, con buona pace dell’ambiente.
Isole ecologiche nei porti per smaltire i rifiuti pescati
La Legge Salvamare, approvata con 198 sì, 17 astenuti e nessun no, sana finalmente questa situazione. Chi recupera plastica in mare (ma anche nei laghi e nei fiumi), può portarla in porto. Qui le autorità portuali sono tenute a predisporre isole ecologiche per ricevere i rifiuti e avviarli al riciclo. L’operazione è gratuita per il pescatore che la effettua. I costi di gestione di questo tipo di rifiuti sono coperti con una specifica componente che si aggiunge alla tassa o tariffa sui rifiuti. Questa scelta di fatto distribuisce sull’intera collettività nazionale gli oneri della raccolta.
Premi per i comandanti dei pescherecci che raccolgono rifiuti
Viene poi affidato a un apposito decreto ministeriale – che sarà emanato entro 4 mesi dall’entrata in vigore delle legge, dal Ministro delle politiche agricole alimentari, e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica – il compito di individuare misure premiali nei confronti dei comandanti dei pescherecci soggetti al rispetto degli obblighi di conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati.
Fonte: Il Sole 24 Ore