«Lo sport si fonda sul merito ed è un veicolo di parificazione unico»
Elisa Molinarolo questa mattina tenterà di qualificarsi alla finale della gara di salto con l’asta ai Giochi di Parigi. L’atleta delle Fiamme oro, che ha compiuto 30 anni lo scorso 29 gennaio, attualmente 17esima nel world ranking e 19esima nella top list mondiale 2024, è alla sua seconda partecipazione alle Olimpiadi, dopo quelle di Tokyo disputate nel 2021. Proprio i Giochi estivi giapponesi hanno rappresentato la classica sliding door per Molinarolo. «All’epoca – racconta al Sole 24 Ore che l’ha raggiunta qualche giorno fa, prima della trasferta in Francia – ero un atleta dilettante e lavoravo per mantenermi in un’agenzia di marketing. Non avevo ancora mai preso parte a un mondiale, ma proprio nei mesi che hanno preceduto l’appuntamento nipponico ho realizzato diversi record personali, un exploit che mi ha permesso di strappare l’ultima misura utile per la qualificazione olimpica. Ero la trentaduesima al mondo». Dopo Tokyo, nel 2022 Molinarolo è entrata a far parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, continuando ad elevare le sue performance fino a raggiungere 4,68 metri nel 2023, conducendo l’Italia per la prima volta in una finale mondiale a Budapest. «Senza quel risultato a Tokyo forse avrei smesso. Invece, grazie all’ingresso nel gruppo sportivo della Polizia di Stato, sono diventata un’atleta professionista e questo mi ha consentito di allenarmi con continuità e di dimostrare appieno il mio valore». La passione per lo sport di Elisa Molinarolo d’altro canto è congenita, visto che ha praticato fin da giovane la ginnastica artistica, conquistando il titolo nazionale juniores nel volteggio nel 2009, per poi passare al salto con l’asta, seguendo le orme
della campionessa russa Yelena Isinbayeva.
Oggi Molinarolo si allena a Padova sotto la supervisione di Marco Chiarello. Ma com’è cambiato in questi anni il panorama sportivo intorno a lei?
Molto se fa riferimento alla presenza delle donne. Nella ginnastica artistica c’è stata sempre una componente preponderante di donne, ma negli ultimi tempi noto come anche quella maschile sia molto cresciuta. Nell’atletica poi la parità di genere è ormai un dato assodato. Mi basta guardarmi attorno in palestra. Nell’asta in Italia ad alto livello oggi ci sono due donne e un uomo e noi abbiamo ottenuto grazie ai risultati, ad esempio, che nei campionati italiani la nostra gara non sia più relegata in orari marginali. Lo sport, fondato sul merito, è un veicolo di parificazione senza eguali. Anche dal punto di vista tecnico. A parte Duplantis, che fa praticamente uno sport a sè, saltando 6,25, la distanza standard tra uomini e donne si è attestata tra un metro e un metro e 20 centimetri. Direi che è quasi fisiologica, e per le medaglie d’oro in ambito femminile si salta a 4,90 metri.
Com’è invece il mondo dei gruppi sportivi militari e l’ambiente della Polizia di Stato, sempre nell’ottica della parità di genere?
Direi che la percentuale maschile di colleghi è alta, però vedo attorno a me sempre più colleghe che stanno iniziando a svolgere anche funzioni non strettamente legate al classico ufficio. Quindi anche in questo ambito stiamo assistendo a cambiamenti importanti.
Fonte: Il Sole 24 Ore