Loccioni, da fonti rinnovabili energia superiore al consumo (e surplus in rete)

Loccioni, da fonti rinnovabili energia superiore al consumo (e surplus in rete)

Dieci anni fa mise in sicurezza due chilometri del fiume Esino, che attraversa l’area produttiva e spesso era a rischio di esondazioni, realizzando contestualmente tre piccole centrali idroelettriche, adesso salite a quattro. Oggi Loccioni ha completato la transizione green.

L’impresa di alta tecnologia di Angeli di Rosora, in provincia di Ancona, produce più energia pulita di quanto le occorre per il proprio consumo (l’eccesso lo mette in rete), investe sull’idrogeno (ne ha già una piccola produzione), ha un parco auto aziendali di 15 veicoli elettrici, dispone di 16 laboratori tecnologici “nomadi”, alimentati da energia pulita e autosufficienti, pensati per essere trasferiti con container nei Paesi dove operano i suoi clienti per testare i prodotti.

«Valore, innovazione, lavoro e benessere arrivano dalle opportunità di decarbonizzare i processi attraverso l’innovazione tecnologica», dice Enrico Loccioni, fondatore e presidente dell’azienda che con 450 collaboratori e un fatturato di 120 milioni opera in tutto il mondo per i big dell’automotive, del biomedicale, dell’energia: i sui clienti vanno da Volvo, Toyota, Ferrari a Enel, E.ON, John Hopkins Hospital.

L’ultima innovazione introdotta riguarda l’integrazione della mobilità elettrica con la smart grid, la rete che interconnette gli impianti di produzione e consumo di energia dei vari edifici che compongono il complesso produttivo. Tutto è alimentato da acqua e sole.

Alle mini centrali idroelettriche l’azienda – che produce sistemi tecnologici innovativi – ha affiancato 18 impianti fotovoltaici. I primi hanno una potenza di 174 kW, i secondi di oltre 3 mila kW. Insieme producono ogni anno più di 4.600 MWh, mentre il consumo si ferma a 3.210 MWh. Questo permette un risparmio di emissioni di anidride carbonica in atmosfera pari a quasi 1.200 tonnellate all’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore