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L’olio d’oliva italiano scivola al quinto posto in Europa: convocato un tavolo di filiera
E’ convocata per oggi lunedì 3 marzo nell’ambito del Sol2Expo (il Salone dedicato alla filiera dell’olio d’oliva a Verona) la prima riunione del Tavolo Olivicolo nazionale. Un tavolo attorno al quale siederanno i rappresentanti di tutti gli anelli della filiera dai produttori olivicoli ai frantoiani dall’industria olearia fino (per la prima volta) ai rappresentanti della grande distribuzione per gettare le basi di un piano di rilancio dell’olivicoltura italiana. Una presenza, quella della Gdo, importante perché la forte pressione promozionale esercitata sugli scaffali (con l’extravergine utilizzato come prodotto ‘civetta’) ha spesso in passato vanificato gli sforzi di valorizzazione del prodotto.
A tenere le fila il sottosegretario all’Agricoltura con delega al settore Patrizio La Pietra che nel corso dell’incontro presenterà una prima bozza di “piano olivicolo”, documento atteso da decenni, svariate volte annunciato, ma che mai ha davvero visto la luce.
Parte quindi dalla prima edizione “autonoma” (cioè sganciata da Vinitaly) di Sol2Expo, la strategia di rilancio dell’olivicoltura italiana messa a punto dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Una risposta urgente visto che con la campagna 2024-25 l’Italia con 244mila tonnellate è per la prima volta scesa al quinto posto tra i principali produttori mondiali preceduta dalla Spagna (1,3 milioni di tonnellate) ma anche da Turchia (450mila), Tunisia (340mila) e Grecia (250mila). Una vera e propria debacle dovuta al calo produttivo nazionale (ormai in corso da anni) e alla contemporanea crescita dei competitors che stanno, invece, investendo sulla produzione olearia.
“Al ministero – ha spiegato il sottosegretario Masaf, Patrizio La Pietra – stiamo provando a riattivare tavoli di filiera che erano fermi da anni a cominciare da quello dell’olio d’oliva. Siamo convinti che prima di qualsiasi investimento occorre la condivisione di una strategia e uno sforzo organizzativo. Come prioritaria è la costituzione di un’unica organizzazione interprofessionale che possa agire ‘erga omnes’ chiedendo un contributo in base al prodotto commercializzato a tutti gli anelli della filiera per poi costituire un fondo da utilizzare per la promozione dell’extravergine. Al tavolo e nell’interprofessione dovremo poi condividere le linee d’azione da seguire altrimenti ogni intervento, come avvenuto in passato, rischia di restare solo sulla carta”.
Un lavoro organizzativo cominciato già da qualche mese con il decreto su Op e Aop (organizzazioni di produttori e le loro associazioni) per evitare di disperdere in mille rivoli i circa 35 milioni l’anno destinati ai programmi operativi. Come un monitoraggio è stato avviato sui fondi stanziati per ristrutturare gli uliveti colpiti dalla Xylella.
Fonte: Il Sole 24 Ore