
Lolla di riso e scarti di pietra piasentina per il cemento sostenibile
Gruppo di lavoro
Università e impresa lavorano fianco a fianco. La ricerca è condotta da una equipe di lavoro congiunta formata dal gruppo di ricerca del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura dell’Ateneo friulano, guidato da Giuliana Somma, e dal Laboratorio Qualità di Alpacem diretto da Elvis Rosset.
«Il progetto – spiega la professoressa Giuliana Somma, docente di Tecnica delle costruzioni dell’Università di Udine – ha l’obiettivo di accelerare la transizione del mondo delle costruzioni verso l’utilizzo di materiali più rispettosi del clima dando nuova vita a materiali di scarto, mantenendo però inalterate le performance strutturali».
Per Elvis Rosset, responsabile Laboratorio Qualità R&D di Alpacem Cementi Italia, «questi studi dimostrano quanto la ricerca possa essere strumento concreto per un’industria più responsabile. L’integrazione di materiali alternativi non solo riduce l’impatto ambientale della produzione di cemento, ma valorizza anche le risorse del nostro territorio».
Il progetto Sitar
La sperimentazione si svolge all’interno del progetto europeo Sitar del programma Interreg Italia-Austria. Il progetto, con sette partner pubblici e privati, ha una durata biennale, un valore di quasi 1,2 milioni ed è stato finanziato dalla Commissione europea con quasi 875mila euro. L’iniziativa mira ad accelerare il trasferimento al settore delle costruzioni di tecnologie avanzate e di approcci moderni di costruzione rispettosi del clima ed efficienti dal punto di vista delle risorse. Il comparto infatti causa direttamente e indirettamente più di un terzo delle emissioni di CO2 a livello mondiale.
Il progetto Sitar intende quindi fornire strumenti adeguati per sostenere l’European Green Deal. Si concentra, in particolare, sulla regione alpina centro–sud-orientale e analizza le opportunità offerte dalle moderne tecnologie e dagli approcci avanzati per la progettazione, la costruzione e la ristrutturazione degli edifici da un punto di vista ambientale. A Sitar partecipano: la Carinthia University of Applied Sciences (capofila), l’Università di Udine, l’Istituto tecnologia materiali edili Alto Adige (Isb) e le aziende Bergmeister, Friul Julia Appalti, Antonio Basso e Alpacem Cementi.
Fonte: Il Sole 24 Ore