L’ombrello Ue garanzia per la crescita della Spagna

L’ombrello Ue garanzia per la crescita della Spagna

BARCELLONA – «Per spiegare la capacità di resistere dell’economia spagnola e capire perché in questa fase la sua crescita sia superiore a quella delle altre grandi economie europee, bisogna guardare all’Europa», dice Pedro Videla economista della Iese Business School.

«L’Europa per la Spagna è stata una protezione, una garanzia di credibilità e ora – aggiunge Videla – è un propulsore dello sviluppo: guardiamo agli ultimi quindici anni, nella crisi finanziaria internazionale, in quella dell’Eurozona, di fronte al tracollo del sistema bancario iberico, Madrid ha sempre potuto contare sul sostegno della Ue e sulla protezione della Bce sui mercati finanziari. E lo stesso è accaduto nella pandemia e poi negli investimenti per la ripresa: anche attraverso la libertà di bilancio che la Ue ha concesso per favorire la ripresa».

Per motivi anche legati alla sua storia politica, la Spagna – nelle istituzioni e nella popolazione – è sempre stata in grande sintonia con il progetto di Unione europea: nessun partito euroscettico ha mai fatto parte della coalizione di maggioranza; e i governi – che fossero di destra come quelli del popolare Mariano Rajoy o di sinistra come con il socialista Pedro Sanchez, tutt’ora in carica – hanno sempre fatto di tutto per mantenere con Bruxelles relazioni distese anche nelle difficoltà, sommando aspirazioni europee di principio ai vantaggi economici derivanti dalle politiche europee.

Gli ultimi dati

Nel primo trimestre di quest’anno l’economia della Spagna – secondo i dati dell’Ine, l’Ufficio nazionale di statistica – è cresciuta dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti: un’espansione ben superiore alle attese e più che doppia rispetto all’incremento del Pil registrato nell’Eurozona, significativamente più alta di quella di Germania, Francia e Italia. «Negli ultimi due anni in Spagna si è registrato un maggiore dinamismo nell’export, nei consumi privati e pubblici, che sono cresciuti rispettivamente di 24,1, 10,7 e 5,2 punti percentuali», afferma Rafael Domenech di Bbva Research.

Una forte spinta è venuta dalla rinascita dei flussi turistici dall’estero dopo la pandemia e dallo status della Spagna come destinazione sicura, spiegano all’Ine, ricordando che il turismo vale ormai più del 13% del Pil. «La crisi energetica ha avuto in Spagna un impatto limitato; un peso ha avuto anche l’implementazione dei fondi europei NextGenerationEU; un ulteriore elemento – argomenta Domenech – ha a che fare con l’immigrazione che ha permesso alla popolazione spagnola di crescere in due anni del 2,5%, quasi due punti sopra il totale della Ue».

Fonte: Il Sole 24 Ore