Londra e la missione quasi impossibile: salvare l’unità transatlantica

Londra e la missione quasi impossibile: salvare l’unità transatlantica

Il 17 febbraio a Parigi al summit con i leader europei, tra pochi giorni a Washington per un incontro con Donald Trump: il premier britannico Keir Starmer sostiene di voler essere «il ponte» tra Ue e Usa, ma è un ruolo che sta diventando sempre più difficile. Downing Street ha confermato che Starmer incontrerà il presidente americano la settimana prossima per «approfondire la special relationship su commercio, investimenti e sicurezza». Intanto però il leader britannico laburista si è schierato con gli alleati europei, diventando il primo capo di Governo a impegnarsi a inviare truppe di peacekeeping in Ucraina.

Il nodo delle spese militari

È un passo deciso ma anche un segnale di continuità: dal momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina quasi tre anni fa Londra ha sostenuto Kiev senza esitazioni. Diversi premier si sono succeduti ma gli aiuti finanziari, il sostegno militare e la solidarietà verso l’Ucraina sono continuati.

Questo è l’aspetto “facile” della promessa di Starmer: sa di poter contare sull’approvazione dell’opinione pubblica e sul via libera dei deputati di (quasi) tutti i partiti quando ci sarà un voto in Parlamento sull’invio di soldati britannici in Ucraina. Altri due aspetti invece si prospettano difficili. Il primo problema è interno. Starmer ha promesso di aumentare le spese per la Difesa dal 2,3% al 2,5% del Pil, ma non ha specificato quando. I vertici militari dicono che non è comunque abbastanza, mentre Trump chiede il 5%.

Anche un aumento al 2,5% costerebbe circa 6 miliardi di sterline all’anno in più in una fase in cui i conti pubblici sono in crisi profonda. Il Governo potrebbe essere costretto a scegliere tra aumentare le tasse o tagliare drasticamente la spesa pubblica, entrambe decisioni che potrebbero far perdere ai laburisti le prossime elezioni.

Capacità militari allo stremo

Il generale Richard Dannatt, ex capo di Stato maggiore dell’Esercito, ha dichiarato che le forze armate britanniche sono «talmente malridotte» da non essere in grado di dare un contributo significativo al mantenimento della pace in Ucraina, dove servirebbero «almeno 100mila soldati».

Fonte: Il Sole 24 Ore