Louis Vuitton Cup, Luna Rossa perde altre 2 regate: ora finale da brividi con American Magic
A guardare fuori dalla finestra non sembrava neanche Barcellona: nuvole nere cariche di pioggia, onde alte e quel vento che non racconta niente di buono, quell’aria che ti prende in giro e non dichiara mai le sue intenzioni. È andata a finire che nel giorno in cui bisognava portare a casa l’accesso alla finale della Louis Vuitton Cup l’avversario American Magic ha invece battuto due volte l’equipaggio italiano lasciando un brutto amaro in bocca per come è successo. Si è passati dal suggestivo 4 a zero di domenica sera a uno striminzito 4 a 3 che lascia il risultato finale aperto nella giornata finale. Gli americani hanno già dimostrato di saper rimontare nel 2013 e uno dei protagonisti è stato proprio Tom Slingsby che adesso timona la barca con Lucas Calabrese.
Un po’ di cronaca: prima regata iniziata molto bene, con Checco Bruni e Jimmy Spithill a fare slalom tra le macchie di vento, riuscendo a tenere in volo la barca il più possibile fino a un incrocio decisivo con l’avversario che dopo aver perso il volo era riuscito a rientrare con decisione. A dire il vero la regata era così irregolare che forse non andava proprio fatta. Invece il Comitato ha deciso di tenerla in vita e accorciarla a quattro lati, dei sei previsti, proprio quando American Magic era in testa. Era già diventata una gara a sorteggio, decisa non tanto dalla bravura ma dalle nuvole. Capita spesso, ma nelle regate di circolo non dovrebbe succedere per la Coppa America, dove si gioca una partita, anche economica, importante. Perso il secondo match point Luna Rossa ha giocato tutte le sue carte al meglio nella seconda prova ma, proprio quando era in testa le si è rotto il trasto della randa, ovvero il carrello su cui si muove una delle estremità della vela più grande. “Il carrello si è strappato – ha detto Andrea Tesei – è tutto riparabile e abbiamo i pazzi di ricambio. Gli americani ci hanno rimontato dei punti ma siamo pur sempre quelli che hanno battuto tutti i team e non abbiamo soggezione. Vogliamo portare a casa questo ultimo punto”.
Vita più facile invece per la squadra inglese dove sir Ben Ainslie con Ineos Britannia si è assicurato la finale battendo Alinghi Red Bull Racing. Alinghi ha vinto la prima delle due regate tenendo il gioco aperto in condizioni marginali dimostrando che sono stati in grado di crescere bene. È il team che ha speso di più, una stima di 140 milioni, tuttavia bisogna considerare anche che le intenzioni, non ancora esplicite ma quasi certe perché molti ragazzi hanno un contratto che li lega per due edizioni, sono di partecipare una seconda volta e allora molti asset diventano riutilizzabili. Pietro Sibello che è uno dei coach di Alinghi dice: “Sapevamo di non essere tra i favoriti solo due anni fa imparavamo a volare con barca zero, questa sera ci rilassiamo con una bella festa e domani cominceremo a riflettere sul futuro. Il nostro obiettivo è comunque centrato, aver imparato”. Dice Ben Ainslie “incontrare Alinghi ci è servito a capire cosa fare in condizioni di vento moderato, che è il nostro punto debole”.
Le buone notizie arrivano dal team dei giovani di Luna Rossa Prada Pirelli condotto da Marco Gradoni e Gianluigi Ugolini, che sono saldamente in testa alla Unicredit Youth America’s Cup in una giornata in cui non tutte le squadre sono uscite in mare per le condizioni meteo.
Fonte: Il Sole 24 Ore