Lusso, la crisi non scoraggia gli operatori: 8 su 10 continueranno a investire

Il rallentamento vistoso del lusso non scoraggia gli investimenti. L’83% degli operatori finanziari, tra quelli interpellati da Deloitte per il suo «Fashion&Luxury Private Equity and Investors Survey 2024», continuerà infatti a investire nonostante i timori sulla Cina e i conflitti internazionali in corso. Il sondaggio, condotto su un panel di 114 aziende e presentato oggi nell’ambito del salone White, ha dunque confermato un certo dinamismo del settore moda-lusso. Che già nel 2023 aveva visto concludersi 358 deal a livello globale: 66 operazioni in più rispetto all’anno precedente.

Abbigliamento e accessori in testa per attrattività. Interessano le Pmi

«Sebbene persista una situazione di incertezza macroeconomica e geopolitica, gli investitori nel settore del Fashion&Luxury stanno rispondendo ai rapidi cambiamenti del mercato in modo efficace e tempestivo, facendo leva sulle attività di M&A – ha dichiarato Elio Milantoni, SeniorPartner M&A di Deloitte Financial Advisory – Infatti l’83% dei fondi sta valutando di investire in un asset di F&L, con elevato interesse, in particolare, per il settore manifatturiero di abbigliamento e accessori (30%), cosmetici e profumi (26%), arredamento (19%) e vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori (11%). Inoltre, l’attenzione di più della metà degli investitori è focalizzata principalmente sugli investimenti in aziende di medie e medio-piccole dimensioni, con un chiaro obiettivo di consolidamento del settore F&L». Gli fa eco Massimiliano Bizzi, presidente e founder di White: «Le Pmi rappresentano una forza economica fondamentale, soprattutto in Italia, per diverse ragioni, prima fra tutte per il contributo all’economia, rappresentando il tessuto produttivo e contribuendo in maniera determinante al Pil e all’occupazione. Non mi stupisce dunque che esse rappresentino oggetto di interesse per gli investitori. (…) Perciò, sostengo che per la fine del 2024 e per gli anni a venire la maggior parte degli investitori finanziari non continuerà a investire nel lusso, che mostra già segnali di debolezza importanti, ma invertirà la rotta, investendo su nuovi brand e su piccole medie aziende che oggi sono il nuovo lusso».

M&A, nel 2023 aumentate le operazioni

Nel 2023 si è registrato un incremento significativo delle operazioni M&A. Nello specifico i settori più attrattivi sono Apparel&Accessories (30%), Cosmetics&Fragrances (26%) e Furniture (19%). Il mercato M&A è stato trainato da settori come Hotel (+46 deal rispetto al 2022), Apparel&Accessories (+28), Cars (+15 ) e Yachts (+13). Si è registrato invece un calo delle operazioni nei settori Furniture e Cosmetics&Fragrances, rispettivamente a -23 e -8 rispetto all’anno precedente. A livello geografico l’Asia ha mostrato la maggiore crescita con un incremento di +30 deal sul 2022, seguita da Europa (+17) e Nord America (+17). Invece sul fronte delle IPO il 2023 è stato un anno a rilento per le quotazioni del settore moda, che ha registrato il calo di una IPO rispetto al 2022.

La Cina in testa ai timori

Nel 2024, anno che è stato finora il più complesso per i marchi del lusso, i timori degli investitori sono concentrati sul rallentamento della Cina, dovuto anche alla crisi del real estate che ha impattato sui patrimoni e anche sulla fiducia dei consumatori, che è considerato un fattore rilevante da quasi 7 operatori su 10. A seguire, l’incertezza macroeconomica (55%), il rischio di interruzione della supply chain (45%), i conflitti internazionali in corso (38%) e le elezioni negli Stati Uniti (21%).

«Nonostante il recente rallentamento, – ha commentato Ida Palombella, Global Fashion &Luxury Co-leader di Deloitte – la Cina è destinata a superare l’Europa e le Americhe per diventare il più grande mercato del lusso a livello globale con quasi il 25% degli acquisti entro il 2030. Molte aziende stanno attuando strategie ad hoc per raggiungere le generazioni più giovani, investendo molto in soluzioni informatiche e digitali in quanto le generazioni Y, Z e Alpha rappresenteranno quasi l’85% degli acquisti globali entro il 2030. Ed entro quell’anno si prevede che i negozi monomarca e l’online diventeranno i canali principali per gli acquisti di lusso con quasi il 60% di quota di mercato. Per sostenere la crescita futura, infine, le aziende stanno investendo in infrastrutture tecnologiche più solide e su una strategia di prezzo basata sull’esclusività e sul concetto di edizione limitata».

Fonte: Il Sole 24 Ore