Lusso, l’autunno caldo del mercato Usa tra elezioni e mosse della Fed

La decisione della Fed di un maxi taglio dei tassi di interesse è stato solo il primo degli appuntamenti chiave che attendono gli Stati Uniti in questo autunno caldo che culminerà martedì 5 novembre quando gli americani saranno chiamati alle urne per provare il (o la?) prossimo/a presidente. Sebbene gli occhi del mondo siano puntati proprio sulla sfida tra Kamala Harris e Donald Trump, molti esperti ritengono che il vincitore o la vincitrice delle elezioni non sarà l’ago della bilancia per i consumi di moda e lusso degli americani. Che, dopo il boom post Covid, hanno subito un rallentamento con l’aumento dell’inflazione e, appunto, l’innalzamento dei tassi di interesse. A ottobre dell’anno scorso il Consensus Altagamma stimava un +2,5% per il mercato nordamericano; l’aggiornamento di giugno 2024 ha sottolineato che gli Usa continuano a confrontarsi con pressioni macroeconomiche nonostante i segnali di miglioramento graduale del Pil e della fiducia dei consumatori.

Le incognite

Sull’immediato futuro pesano una serie di incognite: «Avvicinandoci al quarto trimestre del 2024, il mercato del lusso negli Stati Uniti si trova ad affrontare uno scenario complesso. Sebbene il Paese non sia ancora entrato in recessione, i consumatori si comportano sempre più come se lo fosse, avendo ridotto le spese negli ultimi 12-18 mesi a causa dell’inflazione, dell’aumento dei tassi d’interesse e della fine delle misure di sostegno legate al Covid-19. Inoltre, il turismo internazionale in entrata, in particolare dalla Cina, è ancora lontano dai livelli pre-pandemia, con un impatto negativo sulle vendite dei grandi marchi del lusso», spiegano Filippo Bianchi, managing director e senior partner di BCG, e Pierre Dupreelle, managing director e partner di Bcg. Che stimano, complice «una stagione natalizia più breve nel 2024», «uno scenario difficile per il mercato statunitense». In questo contesto, secondo Bianchi e Dupreelle, «le aziende del lusso che sapranno resistere meglio saranno quelle capaci di fare affidamento su clienti “Beyond Money”, individui ultra-high net worth meno influenzati dai rallentamenti macroeconomici».

Focus sui super ricchi da intercettare sul territorio

Che i super ricchi siano un asso nella manica per le aziende che sanno corteggiarli e stimolarli in modo corretto emerge da alcune case history recenti – una su tutte, quella della piattaforma ecommerce Mytheresa.com – a patto che, come sottolinea Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain&Co., «i brand capiscano che negli Usa è necessario andare a intercettare i consumatori nei luoghi in cui vivono». Aree spesso anche interne , lontane dalle località blasonate delle due coste: «Già prima del Covid parlavamo di “ruralizzazione della ricchezza” evidenziando aree diciamo secondarie come bacino di riferimento per i consumatori del lusso – continua D’Arpizio -. Oggi continuano ad essere forti le città texane come Austin, Dallas ma anche nuove mete, come Denver o Pittsburgh, che hanno attirato anche giovani coppie. Negli Stati Uniti si assiste a una migrazione per ragioni economiche ma anche politico-sociali».

New York in ripresa

D’Arpizio ha un visione più positiva sul mercato americano nel quarto trimestre 2024: «Ci aspettiamo dati in miglioramento – dice -. New York si sta riprendendo anche grazie al fatto che in città è tornato un turismo molto forte. Durante e dopo il Covid c’è stato un tema di costi proibitivi degli affitti nel momento in cui i negozi erano vuoti». Oggi, invece, la voglia di reinvestire nella Grande Mela c’è: lo dimostrano le aperture di Luisaviaroma e Casa Zegna e, tra qualche settimana, la grande reopening dello store Armani al 761 di Madison Avenue, che porterà in città anche la sfilata evento per la p-e 2025, eccezionalmente “strappata” a Milano.

Fonte: Il Sole 24 Ore