Luxardo festeggia 200 anni e rilancia ampliando la distilleria e il nuovo museo
Dopo la prima guerra mondiale e l’occupazione titina della Dalmazia, con la fabbrica a Zara distrutta e la famiglia colpita dalle rappresaglie dei partigiani, Giorgio Luxardo ebbe il coraggio e la forza di ripartire a Torreglia, nella campagna a pochi chilometri da Padova. Oggi la distilleria Luxardo – azienda storica che festeggia i 200 anni dalla fondazione – rilancia dopo la dura crisi nell’anno del Covid e investe in un ampliamento che vedrà la luce a giugno 2021.
L’azienda padovana – una delle più antiche distillerie al mondo e tra le poche società liquoristiche europee interamente in mano alla famiglia del fondatore – ha infatti subito una battuta d’arresto nel percorso di crescita nel 2020. «Dopo aver raggiunto nel 2019 i 30 milioni di fatturato, con una crescita significativa, l’impatto sul canale professionale della pandemia ha avuto un effetto significativo sui risultati del 2020 – conferma il responsabile commerciale Italia Filippo Luxardo –. Le proiezioni si assestano a 25,5 milioni, che è comunque un dato superiore al 2018. Ora non mi avventuro nel parlare di prospettive per il 2021, ma rileviamo una ripresa del mercato statunitense che fa ben sperare».Gli Stati Uniti sono infatti il primo mercato per Luxardo, seguiti da Italia, Canada e poi Gran Bretagna, Olanda, Francia.
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Distilleria rinnovata e museo per festeggiare due secoli di storia
Luxardo nata con il conosciutissimo maraschino, ma con oltre 200 prodotti in portafoglio, esporta in 84 paesi, dal Giappone all’Argentina, dall’Australia all’Europa.Il 2021 si apre comunque con prospettive positive, dato che è fissato per inizio estate il varo dell’ampliamento della distilleria e per il 2022 è prevista l’apertura del museo aziendale. Un investimento complessivo di circa 2milioni di euro, a testimonianza della volontà di guardare avanti e tornare a crescere.«Essere qui a raccontare i nostri 200 anni – afferma Franco Luxardo, senior partner – è una profonda emozione. Ne sono orgoglioso, con il pensiero rivolto al passato e la speranza nelle nuove generazioni».
Nel 2021 la Luxardo SpA giunge dunque al traguardo dei due secoli, una storia non facile, fatta di vicissitudini familiari che si snodano fino ad oggi. La ditta fu infatti fondata da Girolamo Luxardo nel 1821 a Zara. Trasferitosi nella cittadina dalmata nel 1817 in veste di rappresentante consolare del Regno di Sardegna, decise di produrre su scala industriale un distillato ispirato al ‘Rosolio Maraschino’, liquore che la moglie, la marchesa Maria Canevari, faceva in casa mettendo in infusione in alcol le marasche (ciliegie asprigne coltivate localmente), zuccherando e unendo essenza di rose per profumare. Nel 1821 creò una fabbrica destinata alla produzione di Maraschino e nel 1829 ottenne dall’Imperatore d’Austria un ‘privilegio’ per la produzione esclusiva. Fu la conferma della qualità superiore del liquore Luxardo, tanto che ancor oggi la denominazione di Privilegiata Fabbrica di Maraschino “Excelsior” Girolamo Luxardo è presente nella ragione sociale. Nel corso dell’Ottocento l’azienda divenne la più importante distilleria di Zara, acquisendo con il suo Maraschino la leadership sui maggiori mercati mondiali dell’epoca. La gestione di Michelangelo Luxardo, terza generazione, portò nel 1913 alla costruzione di un moderno stabilimento, fra i più grandi dell’Impero Austro-Ungarico.
L’espansione che l’azienda conobbe nel ventennio successivo alla Prima Guerra Mondiale subì un pesante arresto nel 1940 con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che portò notevoli restrizioni all’attività e, nel novembre 1943, la quasi totale distruzione dello stabilimento sotto i bombardamenti anglo-americani. Con la ritirata delle truppe italiane e tedesche dalla Dalmazia (1944), Zara venne occupata dai partigiani di Tito e tra le vittime ci furono Pietro Luxardo e il fratello Nicolò con la moglie Bianca, annegati nel mare di Zara. Confiscato lo stabilimento semi-distrutto e dispersa la famiglia, sembrava che – dopo oltre un secolo – l’attività della Luxardo fosse destinata a cessare definitivamente.
Fonte: Il Sole 24 Ore