M5s, la guerra sul simbolo: che cosa dice la sentenza della Corte di appello di genova del 2021
Nome “movimento 5 stelle” e contrassegno originale appartengono esclusivamente a Grillo. È la conclusione della sentenza della Corte di appello di Genova, sezione terza civile del 10 novembre 2021. La causa n. 56/2020 R.G. è promossa dal Movimento 5 Stelle, nella persona del curatore speciale Luigi Cocchi, contro il Garante Beppe Grillo e l’Associazione movimento 5 Stelle (costituita il 4 ottobre 2009 per iniziativa di Gian Roberto Casaleggio e lo stesso Grillo), rappresentata dall’avvocato Andrea Lampiasi. Tra le richieste, quella di «accertare e dichiarare che l’associazione appellante è l’unica legittima titolare del nome “MoVimento 5 Stelle” e del simbolo descritto nel proprio statuto e, per l’effetto, inibire a Giuseppe Piero Grillo, all’Associazione “MoVimento 5 Stelle”, con sede in Genova e all’Associazione “MoVimento 5 Stelle”, con sede in Roma, l’utilizzo del nome “MoVimento 5 Stelle”, anche coniugato con altre parole o sigle, quali M5S, della sigla “M5S”, nonché del simbolo dell’associazione appellante, anche in eventuali forme modificate ma confondibili con detto simbolo».
Tra le richieste anche quella di «condannare Giuseppe Piero Grillo a consegnare immediatamente all’Associazione attrice, in persona del curatore speciale (Cocchi, ndr), le banche dati degli iscritti a quest’ultima associazione».
La Corte di appello di Genova giunge alla conclusione che: «Non vi è dubbio, come già correttamente argomentato dal Giudice di primo grado, che la diversa lettura data dall’appellante a tale disposizione appaia capziosa in quanto intenderebbe scindere l’uso del contrassegno da quello del nome, quando è evidente che i “diritti di uso”, posti alla fine del periodo, non possono che riferirsi tanto al nome quanto al contrassegno, indicati all’inizio del medesimo periodo».
Fonte: Il Sole 24 Ore