Macchine agricole, ruolo leader per l’Italia in Africa
Si stima che l’Africa nel suo complesso raggiungerà 3 miliardi di abitanti nel 2050 e 4 verso la fine del secolo. Una crescita tumultuosa che determinerà una forte domanda di prodotti alimentari che dovranno essere autoprodotti molto più di quanto avviene oggi che sono in gran parte importati.
Le terre non mancano: il 60% delle terre fertili e coltivabili della Terra è in Africa ma sono inutilizzate. Si va da un 46% di utilizzo in Nigeria ad appena il 10% nella Repubblica Democratica del Congo. C’è quindi una necessità di avviare alla produzione tanti terreni agricoli disponibili ma oggi incolti. Elementi che possono trovare una risposta nella meccanizzazione agricola dove l’Italia detiene una forte leadership.
Per questi motivi la prospettiva della meccanizzazione agricola in Africa è stata tra i temi al centro del recente Eima di Bologna, il salone italiano dedicato proprio a trattori e macchine agricole. «Si stima – hanno spiegato a FederUnacoma (l’associazione dei costruttori italiani di macchine agricole) – un importante incremento della domanda di tecnologie nell’immediato futuro, cioè da oggi al 2027. L’import di macchinari crescerà del 7% annuo in Etiopia e del 12% l’anno in Congo».
«Lo sviluppo agroalimentare dell’Africa è un tema complesso – spiega Gianfranco Belgrano, direttore di Africa & Affari che ha realizzato uno studio proprio per Eima e FederUnacoma – Ci sono tanti paesi, dalla Cina alla Turchia, che già sono impegnati nell’affiancare il processo di sviluppo dell’Africa. Ma sono impegnati su altri fronti, quello infrastrutturale e quello energetico. L’Italia può giocare un ruolo importante grazie alla propria leadership e al proprio know how sia nel campo della produzione agroalimentare che nel settore della meccanizzazione agricola e posizionarsi come interlocutore privilegiato proprio su questi settori. C’è grande attenzione anche da parte delle istituzioni internazionali e ci sono opportunità come la grande area africana di libero scambio, le Zone Economiche Speciali (Zes) o anche il Piano Mattei che possono offrire chance per produrre o assembleare macchine agricole in Africa o avviare partnership con soggetti locali per promuovere la formazione (anche sull’uso di macchine e trattori)».
Qualche esempio già c’è. Va in questa direzione il progetto Lab Innova for Africa di Ice Agenzia. Lab Innova è un ampio progetto di formazione tecnico-manageriale per i Paesi africani, che prevede specifici percorsi di sviluppo delle competenze (anche in ambito agromeccanico) e che promuove partenariati nel continente per le nostre imprese.«Il lavoro che ci apprestiamo a svolgere è dunque complesso ma quantomai affascinante – ha commentato la Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio, perché prevede una progettazione comune italo-africana, e una presenza concreta nei territori del continente. D’altra parte nessuna tecnologia è frutto della sola scienza ingegneristica ma è frutto di molti saperi, da quelli tecnici e scientifici a quelli economici e sociologici».
Fonte: Il Sole 24 Ore