Macchine per il vino, fatturato a quota 5 miliardi

Tra i tanti settori del made in Italy ce ne sono alcuni spesso fuori dei riflettori ma che danno un importante contributo alla bilancia commerciale. A monte del vino italiano, vero e proprio alfiere del made in Italy sui mercati, c’è ad esempio il comparto delle macchine per bevande, l’enologia e l’imbottigliamento che macina numeri di tutto rilievo e vanta una grande propensione all’export (superiore al 46% del fatturato globale). Secondo le stime dell’Osservatorio dell’Unione italiana vini il settore fattura, infatti, circa 5 miliardi di euro l’anno e registra un saldo attivo di bilancia commerciale di 2,2 miliardi.
Un comparto che in questi giorni a Fiera Rho Milano si ritrova per il proprio momento clou: la 30ma edizione di Simei, il salone internazionale delle tecnologie per il vino e le bevande che vede 578 aziende e marchi in vetrina, più di 30mila metri quadrati espositivi e delegazioni estere da 32 nazioni.
“In 9 cantine su 10 in tutto il mondo sono presenti macchine o componenti progettati e realizzati in Italia – ha spiegato il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti –. Si tratta di un comparto spesso trascurato nelle analisi di settore, che tuttavia rappresenta un asset importante e cruciale per l’indotto dell’intero sistema vino che, sappiamo, vive una congiuntura complessa. In questo scenario – ha aggiunto Castelletti – assumono ancora più importanza i contratti di filiera attesi per il 2025, finanziati con i fondi del PNRR, che prevedono investimenti fino al 2027 per un valore complessivo di 5 miliardi di euro, finanziati al 40% a fondo perduto (2 miliardi di euro). Investimenti che riguarderanno in buona parte anche i settori merceologici presenti a Simei”.
Molte le innovazioni presentate al Simei e che stanno catalizzando l’attenzione e la curiosità dei tanti buyer internazionali (70 provenienti solo dagli Stati Uniti). Tra i nuovi trend, spiccano sul fronte delle categorie merceologiche i macchinari per la dealcolazione, una tecnologia sempre più richiesta anche grazie alla forte crescita sui mercati internazionali dei consumi di vini No-Lo ovvero no alcohol oppure a ridotto contenuto alcolico.
Tra le tecnologie innovative grande curiosità sta destando il ricorso all’intelligenza artificiale applicata ad un utilizzo sempre più just in time della macchina in cantina. Nelle applicazioni, si va dalle attrezzature per selezionare le uve raccolte in base alle tipologie di vino da produrre alla strumentazione di controllo one-by-one per verificare, ad esempio, la qualità dei tappi in sughero.
“L’Italia vanta la leadership globale per l’impiantistica – ha commentato il presidente di Anformape (Associazione Nazionale Fornitori Macchine Accessori e Prodotti per l’Enologia), Marzio Dal Cin -. Un primato importante trainato negli ultimi anni, dal balzo della domanda dagli Stati Uniti. Chiaramente il contesto economico, con il rallentamento dei mercati, e quello politico internazionale, considerato l’effetto che la nuova presidenza Usa può avere sulla politica commerciale americana, si riflettono anche sull’andamento di questo comparto, che – conclude Dal Cin – inizia ad esprimere qualche preoccupazione”.
Nonostante i buoni numeri messi a segno quest’anno nel settore, infatti, tra i produttori sembra si stia diffondendo più di qualche preoccupazione sul futuro. Secondo un sondaggio effettuato dall’Osservatorio dell’Unione italiana vini su un campione di produttori rappresentativi di un giro d’affari di un miliardo di euro la maggioranza di loro (il 61%) si aspetta di chiudere l’anno in contrazione e con un calo del fatturato stimato attorno al 4%, mentre sono rispettivamente il 25% e il 14% quelli che prevedono un 2024 in linea o in crescita rispetto al 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore