Maersk licenzia lavoratori a Genova per puntare sull’intelligenza artificiale
Licenziati all’improvviso per consentire il trasferimento di una parte delle loro attività all’intelligenza artificiale e di una parte a colleghi nelle Filippine. È quanto è appena accaduto a quattro lavoratori del reparto costumer service nella sede genovese della compagnia di navigazione Maersk.
I dipendenti, raccontano le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, «si sono recati in ufficio, come ogni giorno, senza alcun sentore di quello che sarebbe accaduto di lì a poco»; i loro responsabili, spiegano, li avevano, infatti, convocati in mattinata per un “meeting sulla performance”, durante il quale hanno ricevuto le lettere di licenziamento e l’intimazione di riconsegnare il pc aziendale e di andare immediatamente a casa».
Utili da capogiro
L’azienda, sottolineano i sindacati, «non solo ha deciso di spostare queste lavorazioni a Manila, nelle Filippine, ma ha anche sostituito parte delle mansioni finora svolte dai lavoratori della sede genovese con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In questo modo un’azienda con un fatturato da capogiro (si parla di un utile netto di 208 milioni di euro per il primo trimestre 2024) decide di risparmiare sulle spalle dei lavoratori».
Da parte dell’azienda, aggiungono le tre sigle, «non c’è stata alcuna volontà di trovare una ricollocazione per questi lavoratori presso un altro reparto, o quantomeno di affrontare in anticipo il problema. Senza alcun preavviso o comunicazione, hanno semplicemente deciso di lasciare a casa, da un giorno all’altro, persone con anzianità di servizio di oltre 25 anni».
Prima l’encomio, poi il licenziamento
Persone che, chiosano i sindacati, «pochi giorni prima avevano addirittura ricevuto un encomio per l’anzianità di servizio maturata in Maersk». Le tre organizzazioni hanno, quindi, proclamato una giornata di sciopero per domani, mercoledì 22 gennaio, con presidio davanti alla sede Maersk di via Magazzini del cotone 17, chiedendo «il reintegro immediato dei quattro lavoratori».
Fonte: Il Sole 24 Ore