Maestri italiani e riscoperte guidano le aste di Londra e Parigi

Maestri italiani e riscoperte guidano le aste di Londra e Parigi

Mentre l’attenzione del mondo dell’arte contemporanea si rivolge a Miami, dove sta per inaugurare Art Basel (7-10 dicembre), in Europa si chiude il calendario delle aste con le sessioni dedicate all’arte antica e ai dipinti classici.
L’appuntamento londinese si svolge nella prima settimana di dicembre, ma l’attenzione rimane viva anche in quella successiva grazie alla crescita progressiva della piazza parigina. Il mercato dei dipinti dei grandi maestri antichi risente in misura significativa della disponibilità sempre più ridotta di opere eccezionali, spesso legate a riscoperte o ri-attribuzioni a nomi celebri; l’attenzione quindi è per due novità assolute sul mercato, rispettivamente un Rembrandt a tema festivo da Sotheby’s Londra il 6 dicembre e una coppia di ‘fondi oro’ del Lorenzetti in vendita da Tajan a Parigi il 13 dicembre.

Lorenzetti riscoperto dal Cabinet Turquin

Il recente ritorno alla ribalta delle vendite in Francia è anche legato ad una serie di riattribuzioni favorite dal lavoro investigativo del Cabinet Turquin di Parigi, una realtà di professionisti che collaborano da decenni con privati e case d’asta, e a cui si devono diversi risultati multimionari negli ultimi anni, fra cui la clamorosa valorizzazione della tavola di Cimabue ora finita al Louvre per oltre 24 milioni di euro, nonchè dipinti milionari di Chardin (nel 2022) e Artemisia Gentileschi (nel 2017).
Questa volta si tratta di un nome meno noto al grande pubblico ed estremamente raro sul mercato: il senese Pietro Lorenzetti, di cui si conoscono solo poche decine di opere, la maggior parte in istituzioni pubbliche italiane fra cui spicca la ‘Maestà’ di Cortona, ritenuta il capolavoro del discepolo di Duccio. Le due tavole a fondo oro trecentesche risiedono, invece, in Francia da oltre un secolo e mezzo in una collezione privata e solo di recente sono state riconosciute come opera del Maestro; facevano parte di una pala d’altare che come spesso accaduto in passato è stata smantellata nelle sue componenti, fra cui due figure riconosciute come San Silvestro e Sant’Elena rispettivamente, nonostante l’assenza di simboli identificativi univoci. Nonostante la generosa dimensione identica di 70 cm d’altezza, la stima dei due lavori diverge significativamente a causa della qualità conservativa: 1,5-2 milioni di euro per San Silvestro e ‘solo’ 400-600mila € per la figura femminile. Sarà il mercato a decidere il prezzo per questi rari dipinti che solitamente si rivolgono ad un mercato istituzionale e di specialisti, e dovrebbero quindi attrarre l’attenzione di musei internazionali come il Metropolitan di New York.
L’ormai trentennale strategia francese di parziale liberalizzazione del mercato anche per i dipinti antichi ha contribuito al suo rilancio, a differenza del sistema oppressivo italiano che è stato devastato dalla folle ed autoreferenziale burocrazia delle Sovrintendenze permessa dalle leggi di epoca pre-fascista e fascista sulla Notifica e l’esportazione, indegne di un moderno stato liberale di diritto.

Rembrandt riattribuito da Sotheby’s Londra

Giunge in asta protetto da una garanzia di parte terza dalla stima di 10-15 milioni di sterline l’«Adorazione dei Magi» dipinto ad olio su pannello ‘en grisaille’ di Rembrandt, un prezzo comunque elevato per un lavoro di dimensioni contenute. Solo due anni e due mesi prima il dipinto aveva scatenato una gara di rilanci all’asta online di Christie’s Amsterdam, per finire aggiudicato a 860mila euro da una stima di 10-15mila €, sintomo del fatto che almeno un paio di contendenti puntavano sull’attribuzione diretta al Maestro anziché al suo Circolo.
Si tratta con ogni probabilità di un lavoro giovanile (probabilmente del 1628) la cui paternità è oggetto di discussione da anni; le recenti indagini scientifiche hanno mostrato diversi pentimenti e revisioni della composizione che, insieme all’elevata qualità dei minuti dettagli, hanno convinto diversi studiosi a supportare la nuova attribuzione. A causa della sua prolificità e grande seguito, la questione delle attribuzioni al Maestro o al suo ambito coinvolge diversi lavori, anche per le evidenti conseguenze economiche come ben mostrato in questa specifica occasione. Da solo, il lotto è responsabile di oltre la metà del valore complessivo dei 27 lavori in catalogo.

Una coppia di Canaletto da Christie’s

A competere con Rembrandt per il primato del lotto più caro della sessione è una coppia di classiche vedute veneziane del Canaletto che, grazie alla generosa dimensione (47 x 78 cm ciascuno) e alla provenienza nobiliare inglese della commissione dei dipinti nel 1733, spuntano una stima garantita da parte terza di 8-12 milioni di sterline. Si tratta rispettivamente di una veduta dell’imboccatura del Canal Grande da Punta della Dogana, e della Piazzetta con il Palazzo Ducale, che si congiungono idealmente per immergere lo spettatore dal punto di vista di una gondola in navigazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore