Mafia e voto di scambio, arrestato esponente di Fdi a Palermo
I carabinieri hanno arrestato l’ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d’Italia Mimmo Russo. L’esponente politico, storico referente dei precari palermitani, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia.
Insieme all’esponente di Fdi sono indagati Gregorio Marchese, definito dal gip la “costola” del politico e figlio dello storico killer della famiglia mafiosa di Corso dei Mille, Filippo Marchese, e il consulente d’azienda Achille Andò. Per entrambi, accusati a vario titolo di corruzione ed estorsione, sono stati disposti i domiciliari. L’indagine è stata condotta dai carabinieri.
Mimmo Russo fu il primo consigliere FdI a Palermo
E’ stato il primo consigliere comunale per Fratelli d’Italia a Palermo Mimmo Russo, arrestato stamani per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Aveva aderito al partito nel 2017, subito dopo essere stato eletto consigliere nella lista Palermo 2022 che aveva sostenuto Leoluca Orlando, vincitore di quella tornata elettorale. In quella lista Mimmo Russo aveva ottenuto 1.001 voti, al quarto posto per numero di preferenze tra i 40 candidati. Alle ultime comunali del 2022, Russo si è ricandidato con la lista di FdI ma non è stato eletto: è arrivato undicesimo nella lista dei 40, con 805 preferenze. Dopo la sconfitta elettorale aveva cercato sponda nel partito per avere qualche incarico, ma senza riuscirsi. Attualmente Mimmo Russo è componente del coordinamento cittadino di FdI. Negli anni Novanta era stato consigliere di circoscrizione, prima di approdare in Consiglio comunale. Ha più volte cambiato casacca: da Alleanza Nazionale al Mpa di Raffaele Lombardo, da Azzurri per l’Italia al movimento Palermo 2022.
Contro esponente Fdi una decina di pentiti
Sono una decina i pentiti che accusano Mimmo Russo, l’esponente di Fdi arrestato oggi tra l’altro per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso. Dichiarazioni pesanti che vengono da ex mafiosi di diversi mandamenti palermitani: dallo Zen, dove Russo avrebbe stretto un patto elettorale col boss Sandro Diele, al Borgo Vecchio dove l’ex consigliere comunale, secondo i collaboratori, vantava rapporti con Salvatore Cucuzza I pentiti raccontano che Russo pagava a Cosa nostra le preferenze con denaro, buoni di benzina, posti di lavoro. Di Russo parla ad esempio Fabio Manno: “Tutto il Borgo dava i voti a Mimmo Russo perché lui prometteva i posti di lavoro”, racconta il pentito. E Salvatore Giordano dello Zen riferisce che il candidato si era offerto di pagare la festa del quartiere in cambio dell’appoggio elettorale, salvo poi tirarsi indietro lamentando che nessuno aveva sostenuto la sua candidata. “E un politico che fa avere posti di lavoro, promette posti di lavoro”, ha spiegato Giordano. E ancora Francesco Chiarello rivela che l’ex consigliere comunale metteva a disposizione dei mafiosi per l’ affidamento in prova alternativo al carcere il suo Caf. Circostanza confermata dal pentito Antonino Siragusa che della disponibilità del Caf di Russo ha approfittato riuscendo a uscire dal carcere. “Lui dava un totdi soldi oppure di buoni benzina e loro li dividevano a qualche persone per fargli dare il voto”, dice Siragusa di Russo.
Fonte: Il Sole 24 Ore