Mancano 89 secondi alla fine del mondo: l’Orologio dell’apocalisse segna il massimo rischio
A che ora è la fine del mondo? Mancano 89 secondi: l’Orologio dell’Apocalisse tocca nuovi massimi di tutti i tempi.
A dirlo (come ogni anno dal lontano 1947) è il Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, che con il suo Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, cerca di capire quanto è vicina l’umanità a distruggere il pianeta con tecnologie create dall’uomo. «È una metafora, un avvertimento sui pericoli che dobbiamo affrontare se vogliamo sopravvivere», spiegano gli Atomic Scientists sul loro sito.
Little Boy e Fat Man
L’anno scorso le lancette del Doomsday Clock si erano fermate ad appena novanta secondi dall’apocalisse: il massimo rischio dal 1947, anno in cui gli scienziati del Manhattan Project che crearono “Little Boy” e “Fat Man”(le atomiche di Hiroshima e Nagasaki) pubblicarono per la prima volta Bollettino e Orologio per espiare il loro peccato originale, il mostro che avevano liberato dalle catene.
Un termometro importante e affidabile, oltre che una metafora, definito «l’orologio dell’allarme globale» dal segretario Onu Antonio Guterres.
Tra climate change, pandemia e AI
Tutto iniziò con le atomiche. Ma oggi non ci sono solo gli arsenali nucleari, che pure contano oltre 12.500 testate di cui 9.600 pronte per essere utilizzate (anche se nella fase peggiore della Guerra fredda si toccò quota 60mila). Oggi abbiamo il cambiamento climatico, il global warming, le pandemie e soprattutto l’intelligenza artificiale, che è nella sua infanzia ma già presenta tutti i connotati per diventare qualcosa di simile al nucleare: un genio dagli immensi poteri difficile da far rientrare nella lampada.
Fonte: Il Sole 24 Ore