Manovra 2025: dipendenti, autonomi e pensionati. Chi vince e chi perde

Manovra 2025: dipendenti, autonomi e pensionati. Chi vince e chi perde

La manovra da 28 miliardi che ha incassato il via libera della Camera e veleggia ora verso l’approvazione definitiva da parte del Senato (attesa per il 28 dicembre) è di certo ispirata alla massima prudenza per quel che riguarda i conti pubblici, ma prevede al tempo stesso importanti novità, in parte già presenti nel testo originario varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre, in parte introdotte nel corso dell’esame da parte della Commissione Bilancio della Camera, recepite poi dall’aula. Novità che riguardano sia le famiglie che le imprese, sia il mondo del lavoro dipendente e del lavoro autonomo.

Taglio del cuneo fiscale e Irpef a tre aliquote

Ben 17,6 miliardi sono assorbiti dalla conferma delle due misure già in vigore che vengono rese ora strutturali: il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote.. La novità rispetto all’attuale formulazione è che il taglio del cuneo va a beneficio dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 20mila euro attraverso il riconoscimento di un bonus, mentre per i redditi fino a 40 mila euro si agisce attraverso una detrazione, che dunque ha carattere esclusivamente fiscale, con décalage. Il beneficio Interesserà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso perché la soglia di reddito prima si applicava solo fino a 35mila euro. Per quel che riguarda l’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni, del 23% per i redditi fino a 28 mila, del 35% per i redditi superiori a 28mila euro e fino a 50mila e del 43% per i redditi che superano 50mila euro. Le addizionali regionali e locali, che pesano non poco sul saldo finale, continueranno fino al 2027 ad essere applicate sui vecchi quattro scaglioni. E’ stato invece rinviato l’ulteriore taglio dal 35 al 33% dell’aliquota che coinvolge in prevalenza il ceto medio. Per i lavoratori dipendenti pubblici si segnala anche l’effetto del finanziamento di due tornate contrattuali avviato dagli 1,5 miliardi stanziati per il 2025 (20 miliardi al 2030).

L’impatto delle nuove detrazioni e misure per la famiglia

Cambiano le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75mila euro. E’ prevista una clausola di salvaguardia che oltre alle spese sanitarie viene estesa ora anche alle detrazioni per gli investimenti in start up e Pmi innovative. Le classi di reddito su cui scatterà la nuova limitazione delle spese detraibili sono due: da 75.001 a 100mila euro e da 100.001. Nella prima fascia il tetto massimo di spese detraibili potrà arrivare a un massimo di 14mila euro. Nella seconda fascia il tetto massimo sarà invece di 8mila euro. Per incentivare la natalità arriva anche il “bonus nuove nascite”, un’una tantum da 1.000 euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40mila euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro). Si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Arriva il fondo “Dote famiglia” per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15mila euro. Risorse anche per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti con la Carta “Dedicata a te”.

Ires premiale per le imprese che reinvestano

E’ la novità principale introdotta in sede di esame da parte della Camera. L’Ires passa dal 24 al 20% per le imprese che accantonino almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinvestano in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023). Vi sono però delle condizioni da rispettare. Innanzitutto l’investimento minimo deve essere di 20mila euro e deve essere effettuato in Italia entro la fine del 2025. Dal punto di vista occupazionale le imprese, che non devono aver fatto ricorso alla cassa integrazione, dovranno mantenere o aumentare la media dei lavoratori occupati nel triennio precedente ed effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato che incrementino l’organico di almeno l’1% (con il minimo di una unità per quelle con pochi dipendenti). Arrivano modifiche al piano Transizione 4.0: viene introdotto un meccanismo a “rubinetto” per chiudere l’accesso ai crediti d’imposta al superamento di un tetto fissato a 2,2 miliardi. Sono fatti salvi però gli investimenti (effettuati nel 2025 con coda al 30 giugno 2026) se “prenotati” con acconto di almeno il 20% entro la data di pubblicazione della legge di bilancio. Cambia anche Transizione 5.0, con l’innalzamento fino al 45% dell’aliquota per investimenti tra 2,5 e 10 milioni. E viene potenziata l’agevolazione per l’acquisto di pannelli fotovoltaici. Salta invece la proroga per la conclusione degli investimenti dal 31 dicembre 2025 al 30 aprile 2026.

Flat tax e altre misure fiscali

Sale da 30mila a 35mila euro la soglia di sbarramento di ingresso alla Flat Tax per dipendenti e pensionati. Con un emendamento fatto proprio dal governo viene fissato a 35mila euro il limite di reddito da lavoro dipendente o da pensione oltre il quale non è possibile accedere alla tassa piatta del 15% o 5% per nuove attività. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, la tassa sulle criptovalute resta al 26%. Aumentano le tasse su giochi e scommesse. E’ prorogata per tre anni la maggiorazione del costo ammesso in deduzione per le nuove assunzioni, pari al 20%, elevato al 30% per giovani e donne. Viene rifinanziata la Nuova Sabatini e prorogato al 2025 il credito d’imposta per investimenti nella Zes per il Mezzogiorno. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%). Il tetto dei fringe benefit sale a 1.000 euro per tutti, 2.000 per chi ha figli. Importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance che i camerieri ricevono dai clienti. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Arriva un fondo ad hoc di 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili. Sale il fondo per le famiglie vittime incidenti lavoro e c’è anche una stretta contro l’abuso della Naspi. Flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri.

Fonte: Il Sole 24 Ore