Manovra domani all’Eurogruppo: tutti i timori e le incognite sulle decisioni di Bruxelles
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si prepara per la sua prima uscita europea dopo l’approvazione della legge di bilancio da parte del governo avvenuta il 15 ottobre. Lunedì incontrerà i colleghi dell’Eurogruppo e martedì i 27 dell’Ecofin. La missione è cruciale per presentare la manovra italiana e ottenere il via libera di Bruxelles. La Commissione Ue, esaminerà attentamente il piano di rientro del deficit e del debito, con un verdetto atteso per la fine di novembre. Giorgetti difenderà soprattutto il rigore dei conti e le misure a sostegno delle famiglie. Ma dalla maggioranza sta salendo il pressing per le modifche al testo (in primis su fisco e pensioni). Inoltre andrà capito su quante risorse extra provenienti dal concordato potrà fare affidamento il governo
Le misure chiave della manovra
La manovra prevede un taglio della decontribuzione dei salari medio-bassi fino a 40mila euro, un intervento da 16 miliardi di euro. Questa misura mira a ridurre le tasse per le famiglie più bisognose e a sostenere quelle con figli. Giorgetti ha sottolineato che queste misure rafforzano la credibilità e la fiducia internazionale dell’Italia, un punto che il ministro difenderà con forza in Europa.
Il pressing di Bruxelles
La Commissione Ue esaminerà la manovra alla luce delle stringenti regole del nuovo Patto di stabilità e crescita. L’Italia ha chiesto un allungamento a sette anni per il piano di risanamento, una richiesta accolta da Bruxelles. Tuttavia, il testo della manovra deve ancora superare l’esame del Parlamento italiano, dove è atteso un intenso dibattito e numerosi emendamenti.
Le sfide interne
Il Parlamento italiano si prepara a discutere la manovra con un fuoco di fila di emendamenti. Le forze di maggioranza lavorano per modificare alcune parti del testo, in particolare su fisco e pensioni. Bruxelles potrebbe fare pressione per evitare che la manovra da 30 miliardi si indebolisca dal punto di vista del rigore e della prudenza finanziaria.
Il concordato fiscale
C’è grande attesa per i numeri del concordato fiscale, i cui termini si sono chiusi il 31 ottobre. Questi dati saranno fondamentali per determinare le risorse aggiuntive a disposizione del governo. Esclusa una proroga, si rafforza il pressing per aprire una nuova finestra fino a fine anno per permettere a chi non ha ancora aderito di farlo. Forza Italia insiste per una proroga, mentre l’opposizione preferisce puntare sui controlli per combattere l’evasione.
Fonte: Il Sole 24 Ore