Manovra, il governo punta a tagliare bonus e detrazioni. Salvi quelli su mutui casa, sanità e lavoro
Anche i bonus e gli sconti fiscali – le cosiddette tax expenditure – entreranno nel menù della prossima manovra. «Ci sono bonus, tipo quello “famoso” sul monopattino, che appaiono come spese clientelari e che adesso non hanno più ragione di esistere», ha affermato il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato parlando al Meeting di Rimini prima di partecipare al dibattito con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Verso la revisione dei crediti d’imposta
Una conferma di quanto il governo ha già dichiarato di voler fare nell’ultimo Def che indica espressamente una «revisione della disciplina dei crediti d’imposta». Una rasoiata è già arrivata quest’anno con le limitazioni introdotte sul superbonus. C’è stato poi il primo modulo della riforma fiscale che ha introdotto una franchigia di 260 euro per i redditi sopra i 260mila euro. Ma l’operazione di revisione sugli altri sconti sembra ancora una delle vie obbligate della manovra per reperire risorse. Crediti d’imposta, detrazioni, deduzioni, agevolazioni varie: il loro numero in sette anni, complice le difficoltà economiche del Covid e l’esigenza di sostenere l’economia e i redditi, è passato da 466 a 626.
Perdita di gettito raddoppiata dal 2008 al 2014 per detrazioni e agevolazioni varie
Il conto l’ha stilato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, di fatto l’authority italiana dei conti pubblici, che ha calcolato che tra il 2018 e il 2024 la perdita di gettito è quasi raddoppiata passando da 54 a 105 miliardi. Tagliare qualche spesa per far rientrare il rapporto deficit-Pil come indicato nel Def – ha spiegato Osnato a Rimini – «si può e si dovrebbe fare. È una enorme massa di denaro nella quale ripensare qualche spesa sarebbe doveroso».
Detrazioni per spese sanitarie non toccate
La maggior parte del “drenaggio” di risorse arriva però da alcune voci che la politica e il governo non intende toccare. I mutui casa, le spese sanitarie, il lavoro. Le detrazioni per spese sanitarie effettivamente godute costituiscono, da sole, due terzi del totale, valgono 3,8 miliardi e sono utilizzate da 18,7 milioni di contribuenti. Seguono le detrazioni per interessi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale: 730 milioni su 3,7 milioni di beneficiari.
Razionalizzazione necessaria
Ma che ci sia bisogno di una razionalizzazione appare chiaro anche da altri dati. Nonostante l’affastellamento di norme, regolamenti e iter gestionali dei diversi sconti il beneficio medio reale, calcolato dell’Upb, si attestava a 175 euro nel 2021 e solo il 4% dei contribuenti aveva un alleggerimento d’imposta sopra i 1.000 euro. C’è poi un altro nodo.
Fonte: Il Sole 24 Ore