Manovra, in settimana ultimo giro di audizioni. Resta il nodo pensioni

Manovra, in settimana ultimo giro di audizioni. Resta il nodo pensioni

Ultima tornata di audizioni la prossima settimana davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Lunedì toccherà alle associazioni produttive, a Banca d’Italia e Istat, tra gli altri; martedì sarà la volta dell’Ufficio parlamentare di Bilancio e per chiudere del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Dopodiché toccherà al governo fare una sintesi delle richieste emerse e mettere mano ad uno stringato pacchetto di emendamenti. La raffica di scioperi e manifestazioni in arrivo spingerebbero a dei ritocchi in particolare alla stretta alle pensioni degli statali, norma tra le più contestate.

Il nodo pensioni

Il governo, come anticipato nei giorni scorsi sul Sole24Ore, starebbe valutando dei ritocchi alla norma che, che ricalcolando l’assegno, colpirebbe una platea complessiva di 732mila dipendenti pubblici, di cui 150mila medici e infermi. La pista più accreditata al momento per arginare le proteste, ma anche la più complicata per le coperture da trovare, è quella di colpire con i tagli soltanto i sanitari e gli altri dipendenti pubblici – tra i quali i più numerosi sono i lavoratori degli enti locali – che decideranno di andare in pensione in anticipo. Chi invece dovesse raggiungere la pensione di vecchiaia non dovrebbe subire nessuna riduzione dell’assegno pensionistico. La seconda via su cui spinge soprattutto la Lega (ma non solo) è quella di rinviare il taglio di almeno un paio di anni, anche perché i risparmi della misura all’inizio saranno ridotti: nel 2024 a esempio si stimano soltanto 11,5 milioni di minore spesa per le casse dello Stato, ma fino al 2043 la misura pesa per ben 2,3 miliardi.

Tra scioperi e richieste

E che il tema pensioni (ma non solo) scaldi i sindacati lo si è visto dalla raffica di scioperi territoriali in agenda. Cgil e Uil hanno annunciato astensioni di 8 ore tra venerdì 17 novembre e il primo dicembre, mentre la Cisl manifesterà il 25 novembre a Roma. Anche i sindacati dei medici hanno annunciato uno stop per il 5 dicembre contro la stretta all calcolo delle pensioni prevista dalla manovra. Rilievi alla manovra arrivano anche dal mondo dell’industria che pur ritenendo la ex Finanziaria “ragionevole”, ha detto nei giorni scorsi il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, spinge per misure in favore degli investimenti al momento dirottate nella revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (e comunque i 5 miliardi per il piano Industria 5.0 non sono risorse sufficienti).

I giudizi internazionali

Intanto vanno avanti gli “esami” per la manovra italiana. Incassata la conferma del rating sul debito pubblico da parte di S&P e dalla consorella Usa Fitch, il governo attende settimana prossima il giudizio di Moody’s, poi il 21 novembre ci sarà il verdetto sulla legge di Bilancio della Commissione Ue. E se sulla scena interna si registrano le fibrillazioni delle piazze, sul fronte europeo non regna certo la calma. Le trattative per la riforma del Patto di Stabilità sul compromesso presentato dalla presidenza spagnola di turno dell’Ue vanno avanti. Se si trovasse un consenso Madrid convocherebbe una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze Ue a novembre per consentire il via libera dei leader al Consiglio di dicembre e scongiurare il ritorno delle vecchie regole di Maastricht dal primo gennaio. Ma la strada (anche qui) è ancora in salita.

Fonte: Il Sole 24 Ore