Manovra, subito sotto esame i bonus alle caldaie: rischio infrazione con la conferma degli sconti
Detrazioni per le caldaie a condensazione nel mirino degli emendamenti. Ieri ha preso forma il fascicolo delle proposte di modifica alla manovra 2025, depositate in commissione Bilancio alla Camera. Dai partiti sono arrivati complessivamente 4.562 emendamenti, di cui oltre 1.200 della maggioranza. La prossima settimana ci sarà la scrematura dei segnalati, che dovrebbero essere circa 600, che poi passeranno al voto. Anche se già oggi in mattinata una prima importante scrematura potrebbe arrivare con le comunicazioni delle inammissibilità.
In attesa di capire dove si orienterà il lavoro dei parlamentari, la rilevanza di alcuni temi emerge già in queste battute iniziali. Sul fronte dei bonus edilizi, infatti, gli sconti fiscali per le caldaie a condensazione rappresentano da giorni un tema di grande polemica, sia a livello politico che industriale. Il motivo è che la direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), nota anche come Case green, illustrata da alcune linee guida condivise dalla Commissione europea, stabilisce l’obbligo di cancellare dal 2025 gli incentivi all’installazione di nuove caldaie alimentate da combustibili fossili, a meno che non siano parte di sistemi ibridi (caldaia a condensazione + pompa di calore).
Il Ddl di Bilancio, al momento, non dà attuazione a queste indicazioni. E prevede, seppure con delle variazioni di aliquote, il rinnovo degli sconti fiscali attualmente in vigore: quindi, per le caldaie nel 2025 ci saranno il bonus ristrutturazioni ordinario e l’ecobonus. Una previsione che potrebbe esporre l’Italia a una procedura di infrazione, come ieri alcune associazioni (Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia) hanno ricordato in una lettera indirizzata ai ministri dell’Economia, dell’Ambiente e degli Affari europei. Sebbene, a questo proposito, vada citata l’interpretazione, finora smentita dalle indicazioni prodotte da Bruxelles, secondo la quale gli incentivi alle caldaie sarebbero ancora possibili se queste possono essere alimentate da gas rinnovabili.
Va, allora, contestualizzato così l’emendamento presentato alla manovra da esponenti della maggioranza (Roberto Pella e Francesco Cannizzaro di Forza Italia e Lucrezia Mantovani di Fratelli d’Italia), oltre che dal Movimento 5 stelle, che propone di cancellare i due sconti attualmente attivi per le caldaie. Più precisamente, il rinnovo delle agevolazioni attualmente in vigore dal 2025 al 2027 escluderebbe gli interventi «di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili». Si tratta di una definizione che riprende proprio le direttive europee e che ha l’obiettivo di mantenere fermi gli sconti fiscali per le caldaie inserite all’interno di apparecchi ibridi.
Nel catalogo ampio (e fantasioso) delle proposte dei parlamentari, che vanno dalla riproposizione della rottamazione delle cartelle all’incentivo sulle scuole private, c’è anche il tentativo che arriva da Forza Italia di lasciare bonus ristrutturazioni e sismabonus al 50% sulle prime case non solo l’anno prossimo ma anche nel 2026 e nel 2027. Il problema principale resta uno: le coperture. Ma già dopo le inammissibilità, il libro dei sogni delle modifiche dovrà iniziare a fare i conti con la realtà delle risorse necessarie.
Fonte: Il Sole 24 Ore