Manovra, vertice dei leader di centrodestra con Giorgetti

Manovra, vertice dei leader di centrodestra con Giorgetti

Un nuovo vertice dei leader di centrodestra sulla manovra è previsto nel pomeriggio. Parteciperanno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il capo politico di Noi moderati Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La riunione è attesa per le 15, poi alle 17 a Palazzo Chigi si riunirà il Consiglio dei ministri. L’avvio dei lavori sugli emendamenti alla manovra in commissione alla Camera è previsto martedì 10 dicembre. Nel weekend, molto probabilmente domenica, una riunione tra governo e relatori, al Mef, farà avanzare la messa a punto dei loro emendamenti, che potrebbero anche superare la decina. L’arrivo in Aula è fissato per il 16, ma non si esclude uno slittamento al 18.

All’ordine del giorno del Cdm c’è, tra l’altro, il decreto Milleproroghe. Sul tavolo dei ministri ci sarà anche un decreto legislativo che adegua le norme nazionali al regolamento europeo sui controlli del denaro contante in entrata o uscita dalla Ue, per l’ok definitivo. Esame definitivo anche per un decreto legislativo «in materia di mediazione civile e commerciale e negoziazione assistita», per un altro che prevede la «costituzione dell’albo nazionale delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici, tipizzati sotto il profilo storico-culturale o commerciale, ai fini della valorizzazione turistica e commerciale». All’ordine del giorno anche l’ok definitivo a un altro dlgs “sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali”.

Milleproroghe,slitta l’obbligo di polizza anticatastrofi

Dopo il decreto fiscale e prima della manovra arriva dunque il Milleproroghe a integrare parte delle misure care ai partiti di maggioranza ma che finora non hanno trovato spazio. C’è il rinvio, molto discusso, dell’obbligo di assicurazione anti-catastrofi per le imprese, e c’è il rinnovo, molto atteso, delle causali meno rigide per i contratti a termine. Tra il rinvio delle multe per i no-vax, chiesto dalla Lega già in passato, e quello della consulta dei tifosi, chiesto dal senatore di Forza Italia Claudio Lotito in diverse occasioni, sono parecchie le norme del decreto che arriverà lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. La misura più sensibile è forse lo slittamento al 31 marzo dell’obbligo di assicurazione anti-catastrofi per le imprese, approvata ormai già dalla legge di bilancio dello scorso anno. Dava alle aziende un anno, cioè fino al 31 dicembre, per stipulare una polizza, e adesso il termine slitta di altri tre mesi, con il sollievo delle imprese che da sempre protestano per il nuovo onere. Un’altra proroga utile alle aziende è quella che rinnova per un altro anno, fino al 31 dicembre 2025, la norma che consente di stipulare contratti a termine più lunghi di 12 mesi, individuate dalle «parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva». Per un altro anno, con le stesse modalità operative, sarà attivo anche il Fondo di garanzia per le Pmi. E in particolare, per il settore turistico, saranno rinnovati i contributi a fondo perduto e il credito d’imposta, assieme alle procedure autorizzative semplificate per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sulla sanità, oltre al rinvio di un anno delle sanzioni per chi non si vaccinò contro il Covid, viene esteso fino alla fine del 2025 lo ’scudo penale’ per i medici, ovvero la limitazione della responsabilità penale ai soli casi di dolo e colpa grave.

Arriva la stretta sui cronisti, ma sarà meno severa

La stretta del governo sulle pubblicazioni dei giornalisti in ambito giudiziario ci sarà, ma potrebbe essere meno severa del previsto. Il decreto legislativo, pronto ad approdare per la seconda volta in Cdm, imporrà il divieto di diffusione del testo degli atti di custodia cautelare come era stato già disposto lo scorso settembre. Difficilmente invece gli atti sulle altre misure cautelari personali o le interdittive, saranno investiti da questo provvedimento, nato dopo un emendamento e ribattezzato “legge bavaglio” dalle opposizioni e dalla Federazione nazionale della stampa. Diverso sarebbe il discorso sullo stop alla diffusione dei contenuti di perquisizioni e sequestri, che di fatto sarebbe già contenuto nella legge vigente. Sembra però chiaro che in ogni caso la formula di secretazione stabilita sarà comunque la stessa decisa già due mesi fa: il testo preciso del documento diventa di fatto segreto e la stampa non potrà pubblicarlo, almeno finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare. Nel caso della custodia cautelare sarà quindi pubblicabile soltanto il contenuto dell’atto, senza poterlo citare tra virgolette, e potrà essere fedelmente riportato solo il capo di imputazione per esteso. La modifica riguarda l’articolo 114 del codice di procedura penale ed era stata decisa diverso tempo prima in Parlamento, quando il Senato approvò l’articolo 4 della legge di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea. A dare l’avvio all’iter fu un emendamento del deputato Enrico Costa (ex di Azione e ora in Forza Italia), durante il passaggio alla Camera. Poi il decreto legislativo è passato una prima volta al vaglio dei ministri nel settembre scorso per essere in seguito sottoposto alla lettura e agli eventuali suggerimenti, non vincolanti, delle due commissioni Giustizia di Camera e Senato entro sessanta giorni. Proprio le indicazioni arrivate dalle commissioni puntavano a stringere ulteriormente le maglie: la maggioranza, assieme a Italia Viva, aveva chiesto di estendere ulteriormente il divieto a tutte le altre ordinanze prevendendo inoltre multe per i giornalisti e non solo agli editori (fino a 500mila euro). Ma è molto possibile che il governo non accolga le proposte e freni innanzitutto sulle sanzioni troppo alte ai cronisti.

Scatta la stretta sui controlli per il trasferimento di contanti

La bozza del decreto legislativo sul denaro contante all’ordine del giorno del Cdm contiene inoltre una strettasul trasferimento di denaro contante in entrata o uscita dal territorio nazionale, con sanzioni più salate, inasprimento dei sequestri e la possibilità per le autorità di trattenere il denaro nel caso di violazione degli obblighi di dichiarazione o qualora emergano indizi che potrebbe essere legato ad attività criminose. Lo prevede

Fonte: Il Sole 24 Ore