Mantero rileva il 70% del Maglificio Ites e punta a nuove categorie di prodotto

«Abbiamo pensato che fosse il momento giusto per ampliare la nostra gamma, mettendo a frutto la nostra identità e il nostro patrimonio di creatività, produzione e archivi»: così Franco Mantero, presidente del setificio di famiglia e rappresentante della sua quarta generazione, commenta l’acquisizione del 70% della proprietà del Maglificio Ites, azienda di Agliana (Pistoia). «Il nostro focus sono sempre stati i tessuti per abbigliamento e gli accessori, uomo e donna – nota -. La maglieria è per noi una categoria inedita, che grazie alla sua versatilità sta andando molto bene. Ci permetterà di mettere a frutto il nostro dna tessile in un modo innovativo». L’operazione è la prima, importante tappa del piano industriale 2024-26 dell’azienda di Grandate, nel cuore del distretto comasco della seta, fondata nel 1902, che non ne esclude altre in futuro, per ampliare ulteriormente la propria offerta.

Le prime creazioni in maglieria, intanto, «arriveranno molto presto», prosegue Mantero, che sottolinea come l’acquisizione di Ites sia stata favorita da una identità di cultura e visione fra le due aziende: «Come noi la Ites ha una lunga storia, è guidata dalla famiglia (la terza generazione dei Matteini, ndr), dunque ha una governance ben definita. Inoltre, è profondamente radicata nel suo territorio. Ci siamo trovati subito in sintonia – aggiunge l’imprenditore -. Per noi è stato peraltro un investimento adeguato e proporzionato anche dal punto di vista finanziario: la Ites fattura circa 10 milioni, noi fra i 90 e i 100».

Negli anni Mantero ha investito nella filiera (anche insieme al setificio Ratti, per salvare collaboratori a rischio chiusura) e ha rilevato importanti archivi, come quello di Ken Scott. «Esistono modi diversi di investire – prosegue – : si può puntare a una continua crescita, gestendo magari le attività da lontano, oppure avere come obiettivo una condivisione, più che un’acquisizione, e uno sviluppo sano e solido. In un’industria che iper produce, oggi è fondamentale proporre qualcosa che abbia profondità, qualità, che sia durevole. E anche le aziende devono crescere senza strafare, con equilibrio».

Fonte: Il Sole 24 Ore