Marchesini a Landini: sbagliato l’invito alla rivolta sociale
«Un invito alla rivolta sociale – spiega Maurizio Marchesini rivolto al suo vicino di tavolo – non credo sia opportuno: per affrontare una situazione difficile come quella attuale serve l’aiuto di tutti, bisogna farlo insieme e questo non è il modo giusto per farlo». «Di fronte a questo scenario di crescenti disuguaglianze – ribatta Maurizio Landini – l’invito a non voltarsi dall’altra parte non è affatto eccessivo».
L’evento che vede seduti fianco a fianco allo stesso tavolo il vicepresidente di Confindustria al Lavoro e il Segretario della Cgil è dedicato al futuro delle relazioni industriali ai tempi della digitalizzazione ma è inevitabile che sia la cronaca a prendere il sopravvento, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni di Landini in vista dello sciopero generale proclamato insieme alla Uil contro la manovra del Governo. Toni, quelli del segretario della Cgil, bocciati anche dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone («in questo paese sappiamo quanto le parole in passato abbiano causato delle situazioni dolorose») e dal segretario confederale Cisl Mattia Pirulli («serve responsabilità, le piazze sono facili da “accendere”, spegnerle poi è più difficile»), mentre il numero uno della Uil Pierpaolo Bombardieri pone l’accento sui tanti insulti, passati sotto silenzio, spesso ricevuti dai rappresentanti sindacali anche da parfte di cariche politiche o istituzionali.
L’evento
Sindacalisti, ministro e rappresentanti delle imprese sono a Milano, per la prima edizione del Forum delle Relazioni Industriali, evento promosso congiuntamente da Confindustria e Assolombarda per avviare un confronto sul tema dei rapporti reciproci e della rappresentanza, anche alla luce delle nuove tecnologie digitali. In grado di modificare non solo processi e prodotti ma anche le stesse modalità negoziali e di rapporto tra le controparti.
«Ci aspettiamo un contributo importante dalle relazioni sindacali per affrontare uno scenario di transizione globale difficile – spiega in un videomessaggio il presidente di Confindustria Emanuele Orsini – perché temi come la rappresentanza e la contrattazione collettiva sono e restano centrali per il nostro sistema. Contrattazione che rappresenta un efficace strumento di politica industriale, strumento in grado di leggere meglio e più rapidamente di un intervento legislativo i cambiamenti e le trasformazioni in atto».
Centralità ai contratti, dunque, ma non sempre e comunque, guardando alla proliferazione di micro-accordi in ordine sparso, criticati sa da Confindustria che dai sindacati confederali.
Fonte: Il Sole 24 Ore