“Maria”, Angelina Jolie splende in un toccante ritratto della Divina Callas
Maria Callas secondo Pablo Lc-arraín: basterebbe questa frase per suscitare interesse nei confronti di “Maria”, nuovo film del regista cileno, dove Angelina Jolie interpreta la Divina nell’ultimo periodo della sua esistenza.
Larraín non è certo nuovo a mettere in scena, a modo suo, delle (anti)biografie, decisamente poco convenzionali e capaci di attirare grande attenzione: dalle creazioni narrative di “Neruda” ai pochi giorni nella vita di Jackie Kennedy in “Jackie”, passando per le vacanze di Natale trascorse da Lady Diana in “Spencer” (quando era già ai ferri corti con il marito Carlo), arrivando alla visione vampiresca di Pinochet in “El conde”.
“Maria” è ambientato a Parigi nel 1977, quando la più grande cantante lirica di ogni tempo, vive in una grande casa insieme a un maggiordomo e a una domestica. Il suo passato le scorre davanti agli occhi e pensa di scrivere un’autobiografia, ma la fine, lei lo sa, sta ormai per arrivare.
Se i fantasmi e le ossessioni perseguitavano già diverse icone del ventesimo secolo che il regista aveva rappresentato (in primis in “Jackie” e “Spencer”), anche in questo caso abbiamo una figura tormentata dai ricordi, da un passato impossibile da ritrovare e da una voce che, in tutti i sensi, non la rappresenta più per quello che lei sente di essere.
Grazie a un ritmo di montaggio dalla notevole forza, Larraín dirige una sinfonia estremamente coinvolgente, ad altissimo ritmo, e capace di toccare corde molto profonde, scavando negli abissi dell’animo umano.
Fonte: Il Sole 24 Ore