Marianne – Il Sole 24 ORE
Un volto, bellissimo, una voce, sottile prima, scura con il passare del tempo, una figura centrale, nella Swingin’London, che si sarebbe rivelata un simbolo per tutte quelle generazioni di ragazze del pop e del rock arrivate nei decenni a venire.
Marianne Faithfull, scomparsa giovedì sera a Londra, dopo una lunga malattia, all’età di 78 anni, nell’immaginario collettivo aveva incarnato il ruolo della teenager libera, capace di stare sotto i riflettori, di gestire una popolarità esplosiva, quanto poteva essere il frutto di una relazione, alla luce del sole, con Mick Jagger nella stagione dei trionfi scapestrati, alimentati da canzoni e fama, droghe e amori, sempre nel mirino di cronisti e fotografi importuni e assatanati di scoop.
Sotto questo profilo Marianne (Londra, 1946), figlia di un docente universitario e di una baronessa austriaca, non ancora maggiorenne, sapeva benissimo tenere testa alle insidie dei tabloid, alle curiosità asfissianti delle televisioni, e invece che accontentarsi dei riflessi di quel mondo incantato, comincia a frequentarlo con sfrontata sicurezza: fragile nell’aspetto, ma protagonista, naturalmente sotto l’ombrello protettivo di Jagger. La coppia più bella del mondo del periodo.
Ingaggiata come potenziale mascotte, accompagnatrice con il viso d’angelo dei diabolici Rolling Stones, la Faithfull non esita a lanciarsi nella mischia. Anche grazie alla cura amorevole di Mick registra diverse canzoni e una sequenza sicuramente eccessiva di album, cogliendo però anche qualche successo: su tutti “As tears go by”, firmata da Jagger e Richards, che nel 1964 vola nella Top Ten britannica, portando con sé tutto il fascino diafano di Marianne.
Che sull’onda acerba di una carriera surdimensionata, approderà anche al festival di Sanremo 1967, in coppia con Riki Maiocchi, in C’è chi spera. L’edizione fu vinta da Iva Zanicchi e Claudio Villa con Non pensare a me e nelle pagine dei giornali invase dal dramma della morte di Luigi Tenco, qualcuno diede conto anche della presenza di Jagger, a fare capolino, accompagnatore della Faithfull. Come su un ottovolante le vicende professionali di Marianne si intrecciano al gossip e se qualche 45 giri ottiene buoni risultati, è la burrascosa relazione con Jagger a tenere banco: coinvolta, senza essere arrestata o incriminata, per detenzione di droga dei due leader degli Stones. Personaggio di spicco, inconfondibile e sempre sotto il fuoco di fila di notizie e presunti scandali, la Faithfull inizia di lì a poco la sua personale Odissea, tra problemi di dipendenze, un tentato suicidio, la fine del rapporto con Mick, sancita da un singolo, è il 1969, “Sister Morphine”, ancora scritta per lei da Jagger e Richards.
Fonte: Il Sole 24 Ore