Mark Zuckerberg apre agli Nft su Instagram negli Usa. Ma il nodo è l’interoperabilità

Mark Zuckerberg apre agli Nft su Instagram negli Usa. Ma il nodo è l’interoperabilità

A partire da questa settimana su Instagram, solo negli Stati Uniti, sbarcano gli Nft, certificati digitali che attestano la proprietà di un’opera.Un piccolo gruppo di creator e collezionisti potranno condividere quello che hanno creato o comprato. In pratica gli utenti statunitensi potranno postare gli Nft che hanno creato, collegando portafogli digitali di terze parti in-app. Questi oggetti digitali saranno visualizzati in una speciale modalità dai colori più vividi, e il contenuto sarà attribuito sia all’autore sia al proprietario.

Questi oggetti digitali saranno visualizzati in una speciale modalità dai colori più vividi, e il contenuto sarà attribuito sia all’autore sia al proprietario. A partire dal lancio, le blockchain supportate includono Ethereum e Polygon. A seguire, arriveranno anche Flow e Solana; mentre i portafogli di terze parti compatibili per l’uso saranno Rainbow, MetaMask e Trust Wallet. Coinbase, Dapper e Phantom arriveranno in seguito.Non ci saranno costi associati alla pubblicazione o alla condivisione di un NFT su Instagram.

«Penso che in molte esperienze, specialmente quelle sociali in cui le persone vogliono esprimere qualcosa, vedremo sbarcare queste modalità – ha spiegato Zuckerberg nel podcast “Impact Theory” – E se le rendiamo interoperabili allora saranno scelte da molti sviluppatori. Questo è uno dei motivi per cui stiamo iniziando a creare Nft non solo nel nostro lavoro, nel metaverso e nei Reality Labs, ma anche nella nostra famiglia di app»

La decisione annunciata dallo stesso Mark Zuckerberg nei giorni scorsi arriva in un momento delicato per questo mercato. Come ha scritto recentemente il Wall Street Journal l’interesse per gli Nft è diminuito considerevolmente rispetto allo scorso anno. «La vendita di token non fungibili, o NFT, è scesa a una media giornaliera di circa 19.000 questa settimana, un calo del 92% da un picco di circa 225.000 a settembre, secondo il sito web NonFungible». Una parziale conferma arriva anche dai motori di ricerca. Secondo Google Trends che monitora le ricerche della parole sul proprio motore di ricerca da gennaio assistiamo a un calo dell’80% per gli Nft. Al di là dell’interesse nel possesso di questa antica forma d’arte forse il vero nodo da sciogliere come ha anticipato lo stesso Zuckerberg è quello dell’interoperabilità. Se resteranno oggetti chiusi nei loro mondi il valore di questi artefatti digitali rischia di rimanere incatenato al successo della piattaforma per la quale sono stati creati. Trovare standard comuni non sarà semplice. Quantomeno lo è da un punto di vista tecnologico (se escludiamo il gaming) meno da quello commerciale.

Fonte: Il Sole 24 Ore