Martin Parr fra ironia e disincanto
Ricchi e sfacciati, sportivi e goffi, e poi i turisti, tanti e ovunque, tutti con il naso all’insù senza una vera meta. La mostra “Martin Parr Short & Sweet” ispira al visitatore sorrisi, divertimento e ammirazione; realizzata in collaborazione con Magnum Photos, da 24Ore Cultura, è al Mudec di Milano fino al 30 giugno 2024 (catalogo 24Ore Cultura); attraverso la fotografia di reportage e documentaria presenta l’itinerario artistico del fotografo inglese con oltre 200 scatti tra cui 60 tra medi e piccoli formati scelti e selezionati dall’autore stesso e proposti insieme a un’intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta: un viaggio attorno al mondo ripercorre la carriera di uno dei più famosi fotografi contemporanei.
Il percorso espositivo esplora alcuni dei maggiori progetti di Parr, il suo inedito stile documentario diventa l’altra faccia della medaglia della nostra società con le sue infinite contraddizioni, gli innumerevoli status che il fotografo svela, senza filtri e fuori dalla retorica a partire dai primi lavori in bianco e nero.
British, profondamente british
E’ il primo pensiero che coglie il visitatore, un umorismo così unico e improbabile in altri grandi maestri della fotografia che non siano nati e cresciuti, come Martin Parr a Londra 72 anni fa. Un esordio importante negli anni ’70 che segna lo stile delle sue fotografie ricche di sarcasmo e colori contrastanti. Le sue immagini sono riflessioni sociali sulla società globalizzata che, con il suo immancabile british humour, dissacra toccando il mito del tempo libero e dei luoghi comuni che lo avvolgono. “Spesso si impara di più sul Paese in cui si vive andando a uno spettacolo di stand-up comedy che assistendo a una conferenza di sociologi”, ha dichiarato recentemente Parr.
In mostra anche una selezione dell’installazione “Common Sense”, con oltre 200 fotografie in formato A3, tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che esplorano la realtà plastificata e pacchiana del mondo occidentale.
Malizioso e intelligente
«Sono interessato solo alla vita quotidiana, il mio campo da gioco può essere una spiaggia oppure un supermercato. Il mio lavoro è fare fotografie nella vita ordinaria della gente» racconta Martin Parr. Con malizia, intelligenza documenta le classi agiate, medie e il jet set; il grande lusso l’appassiona e così curiosa fra lo chic: da Londra, a Dubai a Miami, dove un ricco signore indossa un costume da bagno ridotto, sul suo sedere spicca la bandiera americana. Chissà come e perché, ma mentre Martin Parr inquadra un soggetto improvvisamente appare sempre qualcosa di fuori luogo, almeno per noi: una mosca si fissa sulla fronte o sul naso del protagonista, se una donna indossa calzini corti con i sandali può star certa che il fotografo l’andrà a scovare e immortalare. Il cibo fotografato da Parr diventa ripugnante, come il particolare di una bocca che avventa un hamburger avvolto in un tovagliolo con la faccia di Topolino; in una foto in bianco e nero eleganti donne in tailleur, uomini in giacca e cravatta si scatenano davanti a un buffet. L’agenzia fotografica Magnum è la più importante al mondo per storia, fondatori e fotografi che rappresenta. Fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, William Vandivert è stata “una cooperativa di talenti” come amavano definirsi. Nelle loro foto è passata la storia del XX e XXI secolo, senza la loro documentazione avremmo dimenticato più facilmente i conflitti del Novecento e del nuovo millennio, i loro reportage sono la nostra memoria. Ieri Capa e Cartier-Bresson, oggi Magnum, fra i tanti, rappresenta Martin Parr, graffiante attento conoscitore dei nostri tempi.
Fonte: Il Sole 24 Ore