Mavovra, Cisl: punti positivi. Cgil: è una fiera di tagli

La manovra, «nei limiti finanziari imposti dal Patto di stabilità europeo, presenta diversi interventi in linea con le rivendicazioni avanzate da mesi dalla Cisl e di conseguenza, pur riscontrando, a nostro giudizio, alcuni aspetti migliorabili e da modificare, riteniamo che il disegno di legge risponda in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico nel suo complesso». Lo afferma il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, in audizione presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.

Cisl: in manovra punti positivi, no ai tagli sulla scuola

Tra i punti su cui chiede di intervenire, innanzitutto la Cisl «si oppone al taglio strutturale degli organici nella scuola ed al blocco parziale del turnover nella Pa, nell’Università e nella Ricerca». Dice no anche al taglio sul fondo automotive. E ritiene fondamentale «aprire il confronto su una riforma organica della previdenza per introdurre maggiore flessibilità, sostenibilità sociale e inclusione, specialmente per giovani e donne». Fronti su cui la Cisl «è pronta al confronto costruttivo e collaborativo con il parlamento e il governo». Tra i punti che la Cisl apprezza, in particolare «la decisione di rendere strutturale e di elevare la soglia del taglio del cuneo fiscale e contributivo, intervento che sosteniamo da anni e che coinvolge oltre 14 milioni di lavoratori con reddito fino a 40.000 euro». Così come, prosegue Ganga, «la conferma della defiscalizzazione al 5% per i salari legati alla produttività e al welfare contrattato».

Cgil: nella manovra una fiera di tagli, peggiora la situazione

Il Pil «cresce dello zero virgola; la produzione industriale cala da 19 mesi consecutivi; precarietà, lavoro nero e sommerso colpiscono 6 milioni di lavoratori, l’evasione fiscale e contributiva è a quota 82,4 miliardi» e la manovra è «destinata a peggiorare ulteriormente le cose. In particolare, con quella vera e propria fiera dei tagli agli investimenti e ai servizi pubblici che condanna il nostro Paese a sette anni di austerità» rimarca invece il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, sostenendo che «a pagare il prezzo più salato di questa impostazione saranno lavoratori, pensionati, ceti popolari». Per la Cgil, «si potevano, e si possono, recuperare molte risorse da profitti, extraprofitti, rendite, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva. E invece, non solo non si vanno a prendere i soldi dove sono, ma si fa addirittura l’opposto: riducendo la progressività fiscale (con la conferma della flat tax e la sua eventuale estensione); e ricorrendo a condoni, concordati e ogni altro strumento possibile e immaginabile per favorire gli evasori». Il segretario confederale della Cgil evidenzia che «l’unico settore che, non solo non subisce alcuna austerità, ma che vede un incremento delle risorse senza precedenti, è la spesa militare». Dunque «non credo serva altro per motivare la nostra mobilitazione, che culminerà nello sciopero generale proclamato per il prossimo 29 novembre», aggiunge Ferrari

Ance: rischio effetti negativi su edilizia e Pil

L’Ance invece esprime «forte preoccupazione per gli effetti negativi che la Legge di bilancio rischia di avere sul settore delle costruzioni e quindi sulla crescita italiana». Lo ha detto la presidente dell’Ance Federica Brancaccio in audizione sulla manovra, sottolineando che «fermare l’edilizia significa fermare il Paese». Una “fortissima preoccupazione” dell’Ance riguarda in particolare l’assenza della proroga al 2025 delle misure relative al caro materiali per i lavori pubblici in corso di realizzazione: secondo le stime dell’Ance, infatti, sono a rischio più di 10 miliardi di investimenti nel 2025. «Un pericolo ’blocco cantieri’ di cui il governo non ha tenuto conto nelle sue stime e che rischia di azzerare la crescita prevista nel 2025 e di determinare un taglio delle rate del Pnrr»

Fonte: Il Sole 24 Ore