“MaXXXine”, la conclusione della trilogia è un omaggio al cinema di genere

“MaXXXine”, la conclusione della trilogia è un omaggio al cinema di genere

Siamo arrivati alla conclusone di quella che ormai si può definire la “Trilogia X”: nelle sale italiane questa settimana è uscito “MaXXXine”, terzo capitolo della saga diretta da Ti West, iniziata con “X – A Sexy Horror Story” e proseguita con “Pearl”, prequel del primo film.

La protagonista è come Sempre Mia Goth, qui nei panni di Maxine, attrice affermata nel mondo del cinema hard, ma con ambizioni decisamente diverse. Lei, infatti, vorrebbe diventare una grande star e l’occasione le si presenta grazie alla produzione di un film horror dove sarà l’interprete principale. Le cose, però, si mettono male a causa di un serial killer e di un detective che la minacciano, per ragioni diverse.

Ambientato a metà degli anni Ottanta, “MaXXXine” è un film profondamente legato al periodo che ha scelto di trattare: non è un caso che siamo a metà di un decennio in cui l’industria della pornografia, e del cinema in generale, subiscono un fortissimo cambiamento.

Il regista Ti West racconta tutta la crudeltà di Hollywood, le ombre più che le luci della Mecca del Cinema, sempre ponendo un forte accento sul periodo descritto, anche e soprattutto per le scelte formali messe in scena.

Dalla fotografia alla colonna sonora, passando per oggetti cult di quegli anni (VHS compresi), “MaXXXine” è l’ennesimo film revival degli anni Ottanta, decennio che continua a ossessionare e appassionare tanti registi odierni.

Fonte: Il Sole 24 Ore