
Mediobanca riunisce il consiglio per respingere l’offerta di Mps
Mentre Mediobanca prepara il consiglio per rispondere all’offerta pubblica di scambio annunciata venerdì all’alba da Mps, la Borsa conferma il giudizio della prim’ora, ampliando a oltre l’11% lo sconto implicito nella proposta di concambio. Poco variato (+0,18%) il titolo Mediobanca a 16,5 euro (+0,18% ieri), mentre Mps ha ceduto un altro 2% scendendo a 6,362 euro, portando così il valore dell’offerta a 14,63 euro.
Gli analisti di IntesaSanPaolo hanno calcolato Siena potrebbe permetterersi un rilancio cash di 1,2 euro per azione, vale a dire di circa un miliardo, ma la Borsa, alla chiusura di ieri, già ne reclama il 50% in più, oltre 1,5 miliardi.
Rispetto a venerdì gli scambi si sono più che dimezzati restando però sempre al di sopra della media degli ultimi mesi. Nel corso delle ultime due sedute ha trovato spazio anche il trading di Aurelia – società del gruppo Gavio che con lo 0,52% partecipa al patto – che ha ceduto azioni fuori con opzioni put (se il titolo scende sotto una certa quota Aurelia ha l’opzione per ricomprarsi le azioni). Difficile capire quanto i volumi siano stati alimentati in generale da posizionamenti di trading, ma la direzione delle quotazioni è coerente con le perplessità avanzate anche ieri dagli analisti.
Il precedente di Intesa-Ubi
La reazione del mercato non mancherà di trovare eco nella relazione tecnica, alla quale sta lavorando il management dell’istituto guidato da Alberto Nagel, che arrriverà questa mattina sul tavolo del consiglio. Il board dovrà esprimersi sulla natura dell’offerta che, come precisato nella lettera ai dipendenti dell’ad e del direttore generale Saverio Vinci, «non è stata concordata». La definizione di “ostile” da parte del cda alzerebbe la prima barriera in difesa. Nel caso dell’offerta di Intesa su Ubi, la prima “ostile” tra banche italiane, l’operazione che, come quella di Mps, mirava a raggiungere almeno il 66,67% del capitale, fu autorizzata con la soglia minima di adesione del 50% del capitale più un’azione, per garantire un percorso senza strappi a un’aggregazione tra realtà sottoposte a vigilanza bancaria.
Il patto a febbraio
Nessuna convocazione straordinaria del patto di sindacato, invece, che si riunirà, come previsto, a febbraio, in occasione della semestrale. «Quando saremo convocati faremo le nostre valutazioni, in base anche alle risultanze che ci verranno presentate dall’ad», ha spiegato, interpellato da Radiocor, Pierluigi Tortora, che con la holding Plt detiene lo 0,48% del capitale, apportato un anno fa al patto, di pura consultazione, che riunisce complessivamente l’11,40% del capitale.Secondo quanto riportato da Mf il pattista Romano Minozzi giudicherebbe l’operazione con Mps una buona operazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore