Mef e Retelit offrono a Tim 700 milioni per Sparkle

Alla fine l’offerta per Sparkle è arrivata. Per la società dei cavi sottomarini, che oggi fa capo interamente a Tim, si è fatto avanti il Mef, che l’aveva opzionata da tempo, insieme non direttamente al fondo di private equity spagnolo Asterion, di cui si vociferava, bensì insieme alla sua controllata italiana Retelit.

La valutazione è migliorativa nell’immediato rispetto a quella dell’offerta presentata il 31 gennaio scorso dal solo Tesoro. Allora si parlava di una valutazione di 750 milioni, in termini di enterprise value (equity più debito), di cui 625 milioni subito e 125 milioni di earnout, erogabili cioè al verificarsi di determinate condizioni che, si dice, non fossero proprio facilmente realizzabili. Adesso nell’annuncio del Tesoro si legge che «la proposta esclusiva di acquisto, soggetta alle usuali pratiche di mercato, è pari a 700 milioni totali» e – si aggiunge – «è valida fino al 15 ottobre 2024».

Il comunicato Tim, diffuso dopo l’annuncio, precisa che i 700 milioni sono da intendere in termini di enterprise value (non si parla più di earnout) e spiega che la proposta, ancora «non vincolante», «verrà sottoposta all’esame del consiglio di amministrazione al termine delle attività istruttorie propedeutiche alla valutazione dell’offerta». Una risposta verrà comunque data entro i termini fissati. Se si andrà avanti, la firma potrebbe essere apposta entro fine anno col closing entro il primo semestre dell’anno prossimo.

Il 7 febbraio il cda Tim aveva ritenuto l’offerta del Mef insoddisfacente e aveva dato mandato all’ad Pietro Labriola di negoziare ancora. Telecom Italia Spa ha in carico la partecipazione in Sparkle a 481 milioni, dopo la svalutazione operata in bilancio lo scorso anno. Aggiungendo l’indebitamento finanziario netto di Sparkle, pari a 383 milioni nell’esercizio 2023, si arriverebbe a un enterprise value di Sparkle di 864 milioni. Per valutare plus o minusvalenze per Tim si dovrà far riferimento però alla situazione della società al momento della firma (con eventuali aggiustamenti al closing).

Asterion, nel settore delle tlc italiane, ha da qualche anno in portafoglio Retelit, cui ha aggiunto più recentemente la quota di controllo di Irideos, rilevata da F2i. Retelit potrebber apportare la possibilità di realizzare sinergie grazie in particolare al suo portafoglio di clienti business, ma – a quanto risulta – nei piani non è contemplata la fusione di quest’ultima con Sparkle. Nelle comunicazioni non è specificata la ripartizione delle quote tra Mef e Retelit, ma è dato per certo che la maggioranza sarà in mano pubblica.

Fonte: Il Sole 24 Ore