Meloni: «L’operazione di Mps su Mediobanca è un’operazione di mercato»
Il Governo guarda con favore all’operazione alla scalata di Mediobanca. «L’operazione di Mps su Mediobanca è un’operazione di mercato», ha detto la premier Giorgia Meloni
Il risanamento dio Mps
Un’operazione che arriva grazie al risanamento della banca realizzato con l’intervento dello Stato e grazie al lavoro operato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio: «Da una parte dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere oggi è una banca perfettamente risanata che anzi avvia operazioni ambiziose – ha sottolineato la premier Meloni -. Questo deve renderci tutti orgogliosi per il lavoro fatto. Se l’operazione dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani»
Il mercato
Di operazione di mercato parla anche il presidente dell’Abi Antonio Patuelli: «C’è una grande spinta al rafforzamento delle banche che sono tutte in competizione fra di loro. E poi viva il mercato». «C’è stata una fase, quasi dieci anni, di tassi a zero che ha costretto le banche a riorganizzarsi fortemente, c’è stata la fase di ingresso dell’unione bancaria con l’innalzamento dei requisiti, con taluni scandali bancari e altre crisi non dovute a scandali bancari. Tutto questo – ha chiosato – è stato largamente, mai definitivamente, superato con grandi sforzi degli azionisti, dei manager, degli amministratori e delle rappresentanze sindacali».
«Abbiamo avuto una retorica – ha ricordato – che per molti anni le banche italiane erano le più deboli d’Europa. Abbiamo vissuto bancariamente un decennio estremamente faticoso perché i tassi sono stati per nove anni e mezzo a zero e non c’erano mai stati nella storia di Italia in nessuna fase. Zero è un po’ poco come valore del denaro. In quegli anni c’è stata anche la nascita dell’Unione bancaria in maniera un po’ frettolosa – ha ricordato Patuelli – il che ha portato a cambiare gli indici patrimoniali necessari per la solidità delle banche, e il combinato disposto di questi due fattori, più anche qualche non illogico procedimento giudiziario, ha portato a dodici crisi bancarie di istituti di varie dimensioni. Sia le banche in crisi sia ancor di più quelle che non erano in crisi ed erano solide, hanno prodotto delle grandi innovazioni, delle grandi ristrutturazioni, delle grandi riorganizzazioni e delle grandi economie e quindi sono diventate più efficienti e sono da qualche tempo anche attivi nel mercato europeo», ha spiegato il presidente dell’Abi.
Fonte: Il Sole 24 Ore