“Memorabile. Ipermoda”, al Maxxi di Roma si indaga il senso contemporaneo della moda
Dieci anni dopo “Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945 – 1968”, che raccontava gli anni d’oro della couture italiana, negli spazi del museo Maxxi di Roma si torna a raccontare la moda con “Memorabile. Ipermoda”, con la curatela (come fu nel 2014) di Maria Luisa Frisa. Diversa invece è la visione, insieme agli obiettivi, perché con circa 50 creazioni fra abiti, accessori e oggetti d’archivio, si indaga la moda contemporanea e internazionale e il suo ruolo nel vissuto e nell’immaginario.
«Gli abiti parlano di come stiamo al mondo, ma plasmano anche i nostri gusti. E di questa responsabilità la moda è consapevole», ha commentato Maria Luisa Frisa aprendo la mostra. Già il suo titolo rivela come la moda sia intesa come generatrice di elementi da ricordare per il futuro (pur nel flusso incessante, a volte debordante, del suo sistema), ma anche come ambito capace di estendersi, occuparne e influenzarne altri, caratteristiche degli “iperoggetti” secondo il filosofo Timothy Morton.
Nella galleria 5 del museo, dunque, in una sequenza che evoca i tableaux vivants gli abiti (perlopiù pezzi unici) sembrano emergere da una base lucida e dalla texture morbida come quella di un magma (l’allestimento è dello studio Supervoid): c’è un abito della collezione “Late Stage Capitalism Waltz” di Viktor &Rolf, che è anche immagine simbolo della mostra, Dior secondo Raf Simons e Maria Grazia Chiuri (che porterà proprio a Roma, il prossimo 27 maggio, la prossima collezione Cruise della maison), le forme organiche di Daniel Roseberry per Schiaparelli, poi Armani, Prada, Dolce&Gabbana, Gucci, Valentino, da osservare ascoltando l’apposita playlist creata da Spotify con brani di Ornella Vanoni e David Bowie e alcuni che hanno accompagnato sfilate memorabili, appunto, come quello di Lucky Love per Maison Margiela e la “Passacaglia della vita”, colonna sonora del debutto di Alessandro Michele da Valentino.
Il tema della relazione fra ordinario e straordinario è particolarmente ben interpretato dalla lettura della borsa Ikea firmata da Virgil Abloh collocata a poca distanza dalla preziosissima scultura “Tortue de Soirée” di Francesco Vezzoli per Bulgari. Una presenza significativa per la maison romana, poiché la mostra è la prima a essere sponsorizzata dalla Fondazione Bulgari, lanciata lo scorso marzo, ed è anche un canale per stabilire ancora più profonde relazioni con il museo dove proprio in questi mesi sono esposte le opere finaliste della quarta edizione del Maxxi Bulgari Prize.
Il museo ha firmato anche un protocollo d’intesa triennale con la Camera nazionale della moda italiana, volto a promuovere eventi che raccontino la moda, dal punto di vista della creatività ma anche della manifattura: «Si tratta di una collaborazione di ampio respiro, che inizia con questa mostra e che proseguirà con un evento narrativo sempre al Maxxi – afferma Carlo Capasa, presidente Cnmi -. Al di là delle città simbolo come Milano e Roma, vorremmo però portare il racconto della moda anche in altre parti del territorio. L’Italia è pluricentrica, come dimostra la capillarità dei nostri artigiani e della nostra rete multibrand, la più vasta e ricca del mondo. Dobbiamo collegare e raccontare meglio queste storie».
Fonte: Il Sole 24 Ore