
Merz: «Whatever it takes» sulla difesa. Accordo tra Cdu ed Spd, la riforma nei prossimi giorni al Bundestag
BERLINO – «Whatever it takes»: il probabile futuro cancelliere tedesco prende a prestito le parole pronunciate da Mario Draghi durante la crisi dell’euro. Sulla difesa, il leader dei cristianodemocratici, e vincitore delle elezioni del 23 febbraio, è pronto a fare qualunque cosa sia necessaria, per rispondere «alle minacce alla nostra libertà e alla pace nel nostro continente». E ci sarà anche un super fondo da 500 miliardi di euro in dieci anni per le infrastrutture.
Dopo anni di dibattiti e frenate, a Berlino è arrivata una vera e propria scossa. C’è da dare risposta alla lunga stagnazione economica, è vero, ma la svolta è soprattutto il risultato della drammaticità del contesto internazionale, rivoluzionato dal cambio di paradigma imposto dal presidente Usa, Donald Trump.
Subito dopo il voto, Merz aveva annunciato l’intenzione di potenziare la spesa per la difesa. E proprio come Merz voleva, l’accordo con la Spd è arrivato in tempi strettissimi e prima del vertice Ue di domani. Il leader della Cdu ha dato l’annuncio nella conferenza stampa di ieri sera, al termine di una giornata di consultazioni con i vertici della Spd. Insieme a lui c’erano Markus Söder, il leader della Csu (il partito gemello della Cdu in Baviera), e i co-presidenti della Spd, Lars Klingbeil e Saskia Esken.
La Cdu e Merz hanno a lungo e ripetutamente frenato, anche nei giorni scorsi, sulla riforma del tetto al debito in Costituzione, che limita allo 0,35% del Pil la capacità di disavanzo strutturale del Governo federale. Ora, ha spiegato Merz, si proverà ad allentare quelle norme, in modo che «un importo di oltre un punto percentuale di Pil, destinato alla difesa» non venga conteggiato.
Già la prossima settimana, i promessi partner del futuro Governo nero-rosso presenteranno una mozione al Bundestag, senza dunque aspettare che si insedi la nuova Camera bassa. In questo modo, con l’appoggio dei Verdi, potranno raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria a riformare la Costituzione. Una mossa per molti aspetti controversa: nel nuovo Bundestag, che si insedierà tra venti giorni, non ci saranno i numeri se non coinvolgendo Alternative für Deutschland o Die Linke. Afd è schierata sulla difesa del freno e comunque i socialdemocratici della Spd non accetterebbero i voti dell’ultradestra. Die Linke è contraria al freno, così come alla spesa per le armi.
Fonte: Il Sole 24 Ore