Meta inizia l’addestramento dell’Ai sui post e commenti pubblici. Ecco come opporsi

Meta inizia l’addestramento dell’Ai sui post e commenti pubblici. Ecco come opporsi

Meta evidenzia che questo addestramento viene già fatto dai sui concorrenti, «tra cui Google e OpenAI, che hanno già utilizzato dati degli utenti europei per addestrare i propri modelli di IA. Siamo orgogliosi del fatto che il nostro approccio sia più trasparente rispetto a quello di molti altri operatori del settore». E che il ritardo nel lancio è stato dettato proprio dalla volontà di rispettare pienamente il quadro normativo europeo. «Siamo dispiaciuti che ci sia voluto quasi un anno per arrivare a questo punto, accogliamo con favore la chiarezza fornita sia dalla Irish Data Protection Commission (IDPC) che dallo European Data Protection Board (EDPB), che ci ha permesso di compiere questo passo successivo», scrive l’azienda.

Meta prova così a contemperare due esigenze. Spingere sull’AI e soddisfare i requisiti stringenti dell’Ue, spesso sostenuti anche dai cittadini (come dimostrano appunto le polemiche su Meta AI). Meta punta a rafforzare la propria presenza nel mercato dell’intelligenza artificiale generativa, dove è in ritardo rispetto a concorrenti già affermati. Il modello Llama di Meta è unico per la sua natura open source (limitatamente ai pesi usati nelle reti neurali), ma è giudicato dai benchmark indipendenti (come quelli di Artificial Analysis) meno performante rispetto a OpenAi Gpt, Anthropic Claude, Google Gemini, su compiti di ragionamento complesso, multimodalità, comprensione contestuale in testi lunghi.

Qualche giorno fa Meta ha criticato Chatbot Arena, la piattaforma open-source che confronta i modelli linguistici tramite votazioni anonime degli utenti, perché il suo nuovo modello LLaMA 3-70B è stato classificato sotto GPT-4, Claude 3 Opus e Gemini 1.5, e solo a livello di GPT-3.5. Secondo Meta, i benchmark tecnici mostrano prestazioni superiori, e il ranking di Arena non riflette il reale valore del modello. La comunità accademica ha difeso Arena, sostenendo che misura le preferenze umane reali, più rappresentative dell’esperienza d’uso quotidiana.

Va anche considerato che la partita di Meta sulla privacy non è da considerarsi vinta definitivamente.

Solo a dicembre 2024 è arrivata una forma di via libera a questo addestramento AI: l’Edpb ha confermato la conformità del piano iniziale di Meta con gli obblighi legali, permettendo così di procedere.

Fonte: Il Sole 24 Ore