Metallurgia, subito vertice al Mimit per il caso Portovesme

Subito un incontro al Mimit per affrontare la vertenza della metallurgia della Sardegna e sbloccare gli investimenti che per il Sulcis valgono oltre un miliardo tra Glencore, Eurallumina e Sider Alloys. A ribadire la necessità di interventi “ad alto livello” sono stati i rappresentanti sindacali nel corso dell’incontro con la segretaria del Pd Elly Schlein ieri a Portovesme nello stabilimento Glencore.

L’azienda che ha un piano di investimenti da oltre mezzo miliardo ma che ancora deve fare i conti con lungaggini burocratiche e con i costi elevati dell’energia. E con il fatto che le imprese energivore della Sardegna non possano giovarsi di misure compensative.

Sindacati: subito vertice al Mimit

«Chiediamo subito che il Governo convochi un incontro per affrontare queste vertenze aperte – ha detto Franco Bardi, segretario della Camera del Lavoro della Sardegna sud occidentale – siamo in presenza di gruppi imprenditoriali che, anche con le fabbriche ferme, hanno continuato a investire, e altri che hanno presentato progetti di rilancio e conversione ma non riescono a partire».

Eurallumina e Sider Alloys

Al palo, oltre al piano di investimenti della Glencore che con la controllata Portovesme srl ha un piano di investimenti da oltre mezzo miliardo per produrre batterie al litio, nichel e cobalto, c’è anche l’Eurallumina. L’azienda, controllata dalla russa Rusal, ha un piano di investimenti di oltre 300 milioni di euro e inoltre dal 2009, quando ha spento gli impianti, ha continuato a investire 20 milioni l’anno per sostenere i lavoratori e predisporre i piani di rilancio. Il piano di rilancio prevede anche l’inserimento lavorativo di 1,3 mila persone Al palo anche il rilancio della Sider Alloys per la cui risoluzioni «si sta chiedendo un nuovo incontro istituzionale». Senza dimenticare, poi, «la questione del futuro della centrale termoelettrica di Portovesme».

Impianti strategici

«È necessario che si riattivi il dialogo e si proceda con atti concreti -ha concluso Bardi – perché è sempre stata ribadita la strategicità di questi impianti e queste produzioni ma non si riesce a far decollare i piani di sviluppo. Siamo in presenza di fabbriche con una elevata professionalità tra i dipendenti e un alto livello di qualità nelle produzioni. Se queste attività e queste produzioni sono importanti, non per la Sardegna ma per l’intero Paese, è necessario che ci siano provvedimenti conseguenti e non si perda più tempo».

Fonte: Il Sole 24 Ore