MiC: 15 dirigenti in attesa di una collocazione

Sono lontani i fasti con cui veniva annunciata sui principali mezzi di comunicazione la nomina dei 50 dirigenti tecnici di II fascia del Ministero della Cultura, vincitori del primo corso-concorso di formazione dirigenziale bandito a dicembre 2021 dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e curato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Lo scorso 27 giugno i neo dirigenti, freschi di nomina, sono stati ricevuti in pompa magna dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnati dal sorridente ex ministro Gennaro Sangiuliano e dall’ex Capo di Gabinetto Francesco Gilioli, da poco sostituito con Francesco Spano dal neo ministro Alessandro Giuli. Peccato che la fanfara mediatica che ha accompagnato la cerimonia non ha messo in risalto che ad esito della rigorosa selezione di un concorso pubblico della durata di quasi due anni, era stata stilata una graduatoria di 65 nominativi e che allo stato attuale 15 di essi, risultati idonei, siano ancora in attesa di una collocazione. Una situazione di attesa che dura da tanto, nonostante le carenze organizzative endemiche di un Ministero della Cultura che ha posti apicali vacanti, grandi musei senza direttori o con incarichi scaduti e in regime di eterna prorogatio, così come scritto da Arteconomy nei mesi scorsi.

I 15 dirigenti in stand-by potrebbero sopperire, almeno in parte, a quelle lacune presenti nella pianta organica del MiC ed essere assegnati alle direzioni di uffici centrali e periferici (Soprintendenze, musei, archivi, biblioteche), seppur in maniera provvisoria, in attesa che si perfezioni la riforma del ministero che azzerando tutti gli incarichi, prevede una nuova distribuzione tra posizioni dirigenziali di I e II fascia negli uffici centrali e periferici.

L’impasse

Lo stato di impasse è aggravato da quanto previsto dal Decreto Legge, 14 agosto 2020, n. 104, dove al comma 10 dell’art. 24 si dice che: “Coloro che hanno superato il corso-concorso e sono collocati in graduatoria oltre i posti già autorizzati, sono iscritti secondo l’ordine di graduatoria finale, in un elenco (…) al quale il Ministero può attingere, fino ad esaurimento, per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti. Il Ministero può procedere a bandire nuovi concorsi solo previo completo assorbimento degli iscritti al già menzionato elenco”. Quindi, prima l’assegnazione dei posti ai 15 vincitori e poi i nuovi concorsi.

Le coperture ci sono

Nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione per il triennio 2024-2026 del Ministero della Cultura si legge che: “È intendimento di questa Amministrazione procedere all’assunzione di coloro i quali risulteranno iscritti nell’elenco istituito ai sensi del penultimo capoverso del comma 10 del citato articolo 24, avvalendosi dell’autorizzazione ad assumere conseguita con riferimento al personale dirigenziale dal DPCM 10 novembre 2023 a valere sul budget assunzionale 2023”. Tradotto significa che la Funzione pubblica ha già dato autorizzazione in quanto è stata verificata la copertura finanziaria nel lontano 2023.

Guida provvisoria

Dopo lo scandalo Boccia-Sangiuliano il Ministero della Cultura sta vivendo un momento di crisi che è causa di incertezza e di stallo nel sistema delle istituzioni culturali statali. Di fatti, a fronte di nessuna strategia organica, il MiC sta procedendo con assegnazioni provvisorie e, soprattutto, con proroghe di incarichi scaduti, conferiti senza concorso a funzionari “nelle more” dell’inquadramento dei vincitori del corso-concorso. Il fenomeno non riguarda ormai solo i musei, ma massicciamente anche Soprintendenze, Archivi, e direzioni fondamentali come l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale –Digital Library, che da quasi un anno e mezzo è senza una guida.

Fonte: Il Sole 24 Ore