Migranti, in cinque anni la domanda di lavoratori è aumentata del 68,6%

Sono saliti a 5,308 milioni i residenti stranieri in Italia al 1° gennaio 2024, cresciuti del 3,2% in un anno fino a rappresentare il 9% del totale della popolazione. Ed è aumentata «significativamente» in quinquennio la domanda di lavoratori immigrati, superando la crescita generale delle assunzioni (+68,6% rispetto al +19,4% di tutte quelle programmate). Ma il Rapporto Immigrazione 2024 presentato oggi a Roma da Caritas e Fondazione Migrantes e dedicato ai «Popoli in cammino» (con il messaggio di Papa Francesco in occasione dell’ultima Giornata mondiale del rifugiato), nelle sue 310 pagine racconta anche tante ombre: l’aumento dei rischi di isolamento e alienazione, la vulnerabilità a diverse forme di violenza, l’invisibilità delle donne. «È importante affrontare l’immigrazione anche alla luce dei diritti umani – scrive il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nella prefazione – che non possono essere disattesi o sistematicamente violati o svuotati, evidenziando la necessità di un sistema di accoglienza che rispetti la dignità della persona».

Oltre 5,3 milioni di residenti stranieri, il 58,6% al Nord

La maggioranza dei 5,3 milioni di residenti stranieri (il 58,6%) vive al Nord, un altro 24,5% al Centro. Nel Mezzogiorno sono soltanto il 16,9%, in valore assoluto 897mila persone. Colpisce quanto la popolazione straniera sia nettamente più giovane di quella italiana: la classe di età prevalente è quella fino a 17 anni (20,6%), seguita da sessantenni e over (10,8%), dai 35-39enni (10,7%) e dai 40-44enni (10,2%). La totalità dei permessi di soggiorno validi fino ai primi tre mesi del 2024 è di 4,24 milioni, in lieve aumento (+0,4%). La nazionalità più diffusa è quella marocchina, seguita da albanesi e ucraini. Al decimo posto riappare la Tunisia, che nel 2023 era stata superata dalla Moldavia.

A scuola gli alunni senza cittadinanza sono 915mila (l’11,2%)

Gli alunni che non hanno la cittadinanza italiana si avvicinano ai 915mila, pari all’11,2% del totale degli studenti. Cresce il numero dei minori non accompagnati e dei rifugiati. Presenze che, si legge nel rapporto, fanno emergere nuovi bisogni e pongdono domande al sistema scolastico e formativo. Perché, nonostante i passi avanti sul fronte dell’integrazione, divari e criticità permangono. Anche per gli studenti che sono nati e cresciuti in Italia, che sono ben il 65,4% del totale degli alunni senza cittadinanza italiana. Ritardo e abbandono scolastico sono sempre in agguato. E un’analisi dei libri di testo rivela quanto il ruolo della scuola e dei processi di scolarizzazione nell’integrazione della popolazione straniera risulti marginale.

Studenti universitari volati del +74% nell’ultimo decennio

Gli studenti con cittadinanza straniera iscritti nelle università italiane sono 121.165, il 6,3% del totale, e sono aumentati del 74% dal 2013/2014, quando erano 69.582. Nel novero ci sono sia i foreign student (più numerosi, provengono soprattutto da Romania, Albania, Cina, Ucraina e Marocco) sia gli international student, arrivati per di più dall’Iran, dalla Cina, dalla Turchia, dall’India e dall’Albania.

Lavoro, 2,5 milioni di rapporti attivati nel 2023

Come dimostrano anche i fabbisogni delle imprese in relazione ai decreti flussi, Nell’ultimo quinquennio la domanda di lavoratori immigrati è cresciuta molto (+68,6% di assunzioni rispetto al +19,4% per tutte quelle programmate), portando la quota di stranieri sugli assunti totali dal 13,6% del 2019 al 19,2% del 2023. Il totale dei rapporti di lavoro attivati lo scorso anno ammonta a 2,5 milioni, la maggior parte nell’assistenza alla persona e alla casa e nella ristorazione. Ma il 70,8% sono stati a tempo determinato e per gli stranieri continuano a prevalere il lavoro non qualificato, soprattutto nell’agricoltura e nella manutenzione del verde, e l’inquadramento come operaio (il 73,9% degli occupati totali). Con l’aumento della domanda di lavoratori crescono anche le difficoltà di reperire lavoratori stranieri, con un incremento del 54,8% nel matching tra domanda e offerta (contro il 42,8% per il personale non straniero). Il fenomeno della sovraqualificazione è ancora molto diffuso. E c Se i Neet – i giovani che non studiano né lavorano – sono in maggioranza italiani (85,1% su circa 1,4 milioni), l’abbandono scolastico è invece molto diffuso tra gli stranieri extra Ue (quasi un terzo di loro lascia la scuola), un tasso di tre volte superiore a quello dei giovani italiani. Tra i giovani cingalesi, bengalesi e senegalesi più della metà non completa il percorso di studi.

Fonte: Il Sole 24 Ore