Migranti, mediatore Ue indaga sul rispetto dei diritti umani nell’accordo con la Tunisia

La mediatrice (Ombudsman) europea, Emily O’Reilly, ha aperto un’indagine sul rispetto dei diritti umani nell’accordo siglato da Ue e Tunisia il 16 luglio 2023. Il faro della mediatrice si accende soprattutto sul «pilastro» dell’accordo dedicato a mobilità e migrazione, uno dei più controversi nell’intesa mediata dalla premier italiana Giorgia Meloni e firmata dalla presidente delle Commissione Ursula von der Leyen e il premier olandese in uscita Mark Rutte. O’Reilly rivela le «preoccupazioni» emerse sull’accordo e chiede alla Commissione europea come intenda garantire il rispetto dei diritti umani nel quadro dell’accordo.

Le tre domande alla Commissione e la clausola sui fondi

Le domande avanzate dall’Ombudsman alla Commissione sono tre. Nell’ordine, la mediatrice chiede se la Commissione abbia effettuato una valutazione dell’impatto sui diritti umani prima di firmare il protocollo d’intesa, se preveda una revisione periodica dell’impatto sui diritti umani delle azioni intraprese con l’accordo e se l’erogazione di fondi sia compatibile con i criteri europei. Su questo fronte, si domanda anche se la Commissione abbia definito o voglia definire criteri per la sospensione dei finanziamenti in caso di violazione dei diritti umani. Nel complesso, il pacchetto Ue-Tunisia stabilisce un totale di oltre un miliardo di investimenti di Bruxelles in favore del Paese nordafricano. Una quota di 105 milioni è destinata esclusivamente alla gestione dei flussi migratori.

Le polemiche sull’accordo con Tunisi

L’inchiesta della mediatrice surriscalda ulteriormente il dibattito sul memorandum of understanding firmato a metà luglio 2023, con l’obiettivo di creare un «modello» per in rapporti con il Nordafrica nella gestione dei flussi migratori. L’exploit di sbarchi che si è registrato anche a seguito della sua firma, con numeri in ascesa fra agosto e settembre, ha ravvivato le polemiche sull’efficacia di un’intesa già contestata per il legame con il presidente tunisino Kais Saied, accusato di derive autocratiche e razziste nelle leadership di un Paese sempre più traballante. Come ricorda O’Reilly, gli accordi stipulati da Bruxelles dovrebbero essere anticipati da una «valutazione esplicita dell’impatto sui diritti umani» nelle proprie politiche e azioni principali, «idealmente prima che queste azioni comincino e le politiche siano attuate, per ovvie ragioni».

Fonte: Il Sole 24 Ore