Migranti, per la Cassazione la valutazione sui Paesi «sicuri» spetta ai ministri competenti. «Attendere la Corte di giustizia Ue»

Migranti, per la Cassazione la valutazione sui Paesi «sicuri» spetta ai ministri competenti. «Attendere la Corte di giustizia Ue»

Sulla definizione di paesi sicuri «il giudice della convalida, garante, nell’esame del singolo caso, dell’effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto». È quanto scrivono i giudici della Corte di cassazione in una «ordinanza interlocutoria» in merito ai ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso.

«Insicurezza di alcune categorie non definisce sicurezza Paese»

La pronuncia della Corte di giustizia europea del 4 ottobre scorso, in tema di Paesi sicuri, «si occupa esclusivamente delle eccezioni territoriali, chiarendo che l’esistenza di aree interne di conflitto e violenza indiscriminata è incompatibile con la designazione di un paese terzo come sicuro». I Supremi giudici affermano che «le eccezioni per categorie di persone non hanno formato specifico oggetto della decisione della Corte di giustizia europea e non sono state esaminate dalla Corte quanto alla loro incidenza». E ancora: dalla pronuncia della Ue «non sembrerebbe trarsi – si legge – come implicito corollario, l’esclusione della compatibilità con la nozione di Paese sicuro, altresì, delle eccezioni personali, là dove, cioè, l’insicurezza riguardi le categorie di persone». Sul punto la Cassazione aggiunge che «non parrebbe esservi spazio, in altri termini, per alcun automatismo di ricaduta, nel senso che l’indicazione, nella scheda-Paese, di una categoria di persone insicura sarebbe destinata a travolgere la complessiva designazione di sicurezza dell’intero Paese».

«Attendere la Corte di giustizia Ue»

La Cassazione, accogliendo la richiesta della Procura generale, in tema di definizione di Paesi sicuri, ha «sospeso ogni provvedimento» in attesa che si pronunci la Corte di giustizia dell’Unione europea. Per gli ermellini «al dialogo tra giurisdizioni la Corte di cassazione partecipa offrendo, nello spirito di leale cooperazione – si legge nell’atto di 35 pagine – la propria ipotesi di lavoro, senza tuttavia tradurla né in decisione del ricorso né in principio di diritto suscettibile di orientare le future applicazioni».

Fonte: Il Sole 24 Ore